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IL MITRAISMO

Il culto di Mitra fu una religione misterica con rituali segreti e riservati agli iniziati, diffusasi in tutto l’impero grazie soprattutto ai soldati e agli schiavi di origine orientale che popolavano le province, ma che penetrò anche nelle classi più elevate della società romana.

Sappiamo che esistevano sette gradi di iniziazione e che il culto era connesso con quello del Sol Invictus, con la creazione dell’Universo e con i cicli di morte e rinascita collegati all’alternarsi delle stagioni. Il rituale prevedeva un banchetto sacro al quale partecipavano gli iniziati, abluzioni purificatorie e sacrifici.

Le informazioni su questa religione provengono da scrittori cristiani o comunque non adepti, e dalle scoperte archeologiche riferibili alle immagini del dio e ai luoghi nei quali veniva venerato, i mitrei.

Le immagini che conosciamo di Mitra lo ritraggono da giovane, sbarbato, con la testa ricciuta sormontata dal tipico cappello frigio a punta ripiegata e con il mantello svolazzante ricamato con sette stelle.

Il dio è generalmente raffigurato nell’atto di uccidere il toro cosmico, che morendo dette vita all’universo. Il toro è raffigurato accosciato e agonizzante, con il Mitra che lo tiene per le corna appoggiando il ginocchio sinistro sul dorso; completano la scena un serpente e un cane che bevono il sangue zampillante dalla ferita del toro e uno scorpione che punge i testicoli dell’animale.

Ai lati vi sono due figure maschili con corta tunica, Cautes e Cautopates: l’una tiene una fiaccola rivolta verso l’alto, a simboleggiare l’aurora e la primavera, e l’altra verso il basso, in rapporto con il tramonto e l’autunno.

 
I MITREI

Il mitreo, detto in latino spelaeum, era un ambiente collocato in un vano raccolto e oscuro che imitava una caverna, in analogia con la grotta dove il dio era nato, o in una cavità naturale riadattata, di preferenza già utilizzate per precedenti culti religiosi locali.

I mitrei potevano essere ospitati in edifici appositamente costruiti o in ambienti riutilizzati e modificati; non potendo che rarissimamente avere grotte a disposizione per svolgere il culto, gli iniziati cercarono almeno di sfruttare nei centri urbani ambienti sotterranei o semisotterranei, ma non di rado usarono abitazioni, magazzini o altri edifici pubblici o privati.

Si trattava comunque di edifici non riconoscibili dall’esterno, ben diversi dai grandi edifici templari dedicati alle divinità tradizionali. L’ambiente era poco illuminato e sul soffitto in genere era dipinto un cielo stellato con la riproduzione dello zodiaco e dei pianeti.

Il vano principale era caratterizzato dalla presenza due banchine laterali (dette podia o praesepia), dove trovavano posto i fedeli durante la celebrazione del banchetto che si svolgeva in occasione delle cerimonie.

Questi letti si affacciavano su un corridoio in fondo al quale era un altare per i sacrifici e una nicchia o grotta che ospitava l’immagine del dio scolpita, o più raramente dipinta.

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