Il perduto Quartiere di Portoria di Roberta Mazzucco
Genova dell’Acquasola, dolcissima, usignola.
Ciao a tutti! Iniziamo con una poesia questo viaggio alla scoperta dei segreti della città di Genova. Dicono che i genovesi siano gente pratica, che pensa al duro lavoro e alle palanche, dicono che siano poco avvezzi all’arte della penna, del pennello e dello scalpello. Ma non è così. I genovesi amano la propria città in modo viscerale e amano chi riesce a descriverla con la stessa passione. Litania, di Giorgio Caproni, incarna per me l’essenza della Superba e lo fa con un linguaggio che non è genovese nella lingua, ma sicuramente lo è nelle parole. Frasi brevi, parole puntuali, precise, dirette che parlano dei suoi quartieri, dei suoi scorci, dei suoi ricordi, dei suoi profumi, dei suoi colori, dei suoi odori e delle sue atmosfere. Del bello e del brutto. Ma soprattutto di ciò che c’è e di ciò che non c’è più. Ecco, questo sarà il mio compito. Portarvi per mano attraverso una città che tanto ha vissuto e che tanto è cambiata. Farvi vedere con occhi diversi ciò che è sempre davanti a noi ma che spesso ci sfugge. Portarvi in un quartiere che è ma non è più come quello di una volta. Il quartiere di uno scugnizzo, di una donnina che vendeva noccioline, di una santa che non aveva mai aveva abbandonato le persone che di lei avevano bisogno, un quartiere dove si parla il più puro dialetto genovese. Io mi chiamo Roberta, sono una guida abilitata e sto per portarvi alla scoperta dell’Acquasola e del perduto Quartiere di Portoria.