Via Arpi: Storie e Memorie
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Fulcro della città, mediatrice di relazioni, spazio del potere, luogo della cura del corpo e dell’anima: ben più di un’infrastruttura, via Arpi è il luogo delle memorie di Foggia. Anzi, è l’identità stessa di Foggia!

Un’identità che, da un lato, rivendica il proprio legame con l’antica città daunia e poi romana di Arpi, distante solo pochi chilometri dal centro foggiano; dall’altro, trova le sue prime attestazioni storiche a partire dalla fine dell’anno Mille, quando il casale di Foggia, poco più di un villaggio di campagna, iniziò a svilupparsi intorno alla Chiesa di Santa Maria (l’attuale Cattedrale) e lungo il tracciato di questa strada.

D’altra parte, proprio via Arpi ha visto crescere Foggia nel corso dei secoli: da casale a castrum,  quindi a città sino a diventare, al tempo di Federico II, sedes imperialis, tra le sedi più frequentate dal sovrano e dalla sua corte.  Qui Federico II volle edificare una delle sue residenze e qui confluirono e si raccolsero cortigiani, intellettuali, maestranze, artigiani, scultori ma anche “forestieri” e commercianti, attratti dalla ricchezza e dalla vivacità della capitale del Regno.

Direttrice centrale del nucleo originario della città, via Arpi è rimasta tale anche nelle rimodulazioni urbanistiche di età angioina e aragonese, come racconta la successione di palazzi nobiliari, chiese e monasteri che furono edificati fiancheggiando la via e le cui strutture sono tuttora visibili. La vitalità della strada non fu compromessa dalle distruzioni del terribile terremoto del 1731, dall’espansione ottocentesca, che pur favorì l’emergere di nuovi quartieri e poli di attrazione, e neanche dalle rovine dei bombardamenti del 1943. Via Arpi continuò ad essere il “quartiere” dei forestieri, l’arteria dei commerci, la “strada mercantile”, la “via degli orafi”, l’approdo per infermi, orfani e indigenti che trovavano accoglienza e assistenza negli ospedali allestiti nei pressi di Porta Piccola.

Ma via Arpi è anche testimone della vocazione della città e della sua comunità alla cultura e all’arte. Sin dagli inizi del Novecento, i locali dell’ex Monastero di San Gaetano e di Palazzo Arpi presso Porta Grande (meglio nota come I tre archi) ospitano le sedi del Conservatorio Musicale Umberto Giordano, del Museo e della Pinacoteca Comunali. Tra il 2000 e il 2012, invece, l’Università di Foggia, in sinergia con gli Enti Locali, ha promosso e sostenuto la riqualificazione e la rifunzionalizzazione dei fabbricati un tempo occupati  dagli Ospedali Riuniti Vittorio Emanuele II e Umberto I. La presenza del Dipartimento di Studi Umanistici, con la sua biblioteca, nei locali di un monumentale complesso architettonico, sottratto all’abbandono e al degrado, testimonia come sia possibile invertire la rotta verso modelli di sviluppo della città più sostenibili, più attenti alla crescita culturale e civile dei cittadini, più consapevoli del valore della propria identità storica.

Questa audioguida, pensata per accompagnarti alla scoperta delle storie che via Arpi ha da raccontare, è l’esito di un’attività laboratoriale svolta nell’ambito degli insegnamenti di Archeologia Pubblica (Corso di Laurea Triennale in “Patrimonio e Turismo Culturale”) e di Educazione al Patrimonio Culturale (Corso di Laurea Triennale in “Scienze dell’Educazione e della Formazione”) dell’Università di Foggia. Il progetto è stato curato dal prof. Roberto Goffredo. I contributi descrittivi sono stati elaborati dagli allievi: Francesca Borgia; Erika Maria Buonpensiero; Miriana Catignano; Vincenzo Danese; Eliana Di Letizia; Giovanni Pio Di Meo; Emilia Di Teo; Andrea Mancini; Emanuele Palmieri; Antonella Potito; Mirella Preziuso; Pasquale Salvemini; Sarah Scisciolo; Antonia Saragnese; Alessandra Stante; Maria Caterina Valente; Lorena Vasciarelli. Il progetto multimediale è di Giovanni Pio Di Meo.

 

 

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Università degli Studi di Foggia - Dipartimento di Studi Umanistici - Laboratorio di Metodologie e Tecnologie dell’Archeologia

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