Nato nel 1957 a seguito dei rinvenimenti particolarmente ricchi e significativi provenienti dagli scavi eseguiti a Sala Consilina e Padula (circa 1500 tombe), accoglie un'ampia documentazione dalla protostoria all'epoca romana del Vallo di Diano.
I corredi funerari si scaglionano dal IX secolo avanti Cristo, che vede urne biconiche deputate a cinerari, coperte da uno scodellone nel caso che il defunto fosse una donna, o talvolta da un elmo per sepolture esclusivamente maschili.
gli oggetti di corredo segnavano differenze di genere: le donne erano accompagnate da oggetti di ornamento in bronzo, vaghi d’ambra o di vetro e utensili legati alla tessitura e alla filatura, gli uomini da rasoi e armi in bronzo. I cinerari venivano deposti in fosse quadrate incassate con pietre o in pozzi.
Intorno alla metà dell’VIII sec. a.C., nella necropoli di Sala Consilina si assiste a un cambiamento radicale sia nella composizione dei corredi sia nell’ubicazione delle sepolture.
La produzione artistica di questa fase si caratterizza per la presenza di elementi decorativi di gusto e ispirazione orientale. Le sepolture, caratterizzate esclusivamente dal rito dell’inumazione, mostrano anche in questa fase una distinzione per sesso. Oltre ai ricchi oggetti di ornamento per le donne e alle armi e agli attrezzi agricoli per gli uomini, i corredi si arricchiscono di numerosi elementi di vasellame che aumentano progressivamente nel corso del VII sec. a.C.
Nel V secolo avanti Cristo la necropoli di Sala Consilina cessa di essere frequentata, mentre quella di Padula -l'antica Consilinum- si avvia ad assumere il ruolo di centro più importante del Vallo di Diano. Ora i corredi funebri si caratterizzano per l'adesione all'ideologia greca del banchetto con vasi e oggetti tipici per la mescita e la degustazione del vino. Preponderante è la presenza di vasi greci, attici, di eccellente qualità, che costituiscono l'elemento guida per la cronologia.
Diffusa è la presenza di vasi con decorazioni lineari di colore rosso e bruno, tra cui olle con protomi animali, oionochoai, coppe biansate.
Nel IV secolo avanti Cristo le sepolture presentano vasi figurati e si trova anche un complesso di oggetti, candelabro-alari-spiedi, con funzione simbolica a connotare il livello sociale del defunto.
Del III-II secolo avanti Cristo sono invece dei capitelli figurati, di probabile origine apula diffusi immediatamente in Campania e nell'Italia centrale, siti nel lapidario, rinvenuti alla fine del secolo scorso nei pressi della stessa Certosa. Alla tarda età repubblicana, con qualche esemplare più tardo, appartengono statue e stele funerarie con eguale provenienza dei capitelli summenzionati, di una tipologia cospicuamente rappresentata nel territorio. Spicca un'ara votiva con iscrizione dedicatoria ad Esculapio e un torso di statua in marmo, datata nel II secolo avanti Cristo, identificata con l'Apollo metapontino, rinvenuti entrambi nello scavo di un complesso di edifici di epoca ellenistica e imperiale nella zona a nord della Certosa di Padula.
Brani di mosaici pavimentali policromi con motivi geometrici e floreali e due unguentari d'argento appartengono ad una villa di tarda età imperiale romana trovata a Padula, unitamente ad enormi dolii, alti da m. 1,5 a 2 e con uguale larghezza, recipienti parzialmente interrati e legati allo sfruttamento del territorio per scopi agricoli.
Tra i materiali lapidei esposti, provenienti dal territorio di Padula, si annoverano ancora i resti di tre sarcofagi con decorazione scolpita di probabile epoca paleocristiana, due lapidi con iscrizioni e due basi onorarie, una delle quali caratterizzata dall’impronta dei piedi lasciata dalla statua che la sormontava.
CREDITI
Autore dei testi:
Matilde Romito con la collaborazione di Silvia Pacifico
Traduzioni e voci:
Italiano – voce Matilde Romito - Editing audio Associazione Culturale Prisma
Inglese – traduzione e voce Erich Nicholson - Studio Pippolaticomusic di Luca Bechelli
Immagini:
Tutte le immagini sono di proprietà della Provincia di Salerno, autore Gaetano Guida
I corredi funerari si scaglionano dal IX secolo avanti Cristo, che vede urne biconiche deputate a cinerari, coperte da uno scodellone nel caso che il defunto fosse una donna, o talvolta da un elmo per sepolture esclusivamente maschili.
gli oggetti di corredo segnavano differenze di genere: le donne erano accompagnate da oggetti di ornamento in bronzo, vaghi d’ambra o di vetro e utensili legati alla tessitura e alla filatura, gli uomini da rasoi e armi in bronzo. I cinerari venivano deposti in fosse quadrate incassate con pietre o in pozzi.
Intorno alla metà dell’VIII sec. a.C., nella necropoli di Sala Consilina si assiste a un cambiamento radicale sia nella composizione dei corredi sia nell’ubicazione delle sepolture.
La produzione artistica di questa fase si caratterizza per la presenza di elementi decorativi di gusto e ispirazione orientale. Le sepolture, caratterizzate esclusivamente dal rito dell’inumazione, mostrano anche in questa fase una distinzione per sesso. Oltre ai ricchi oggetti di ornamento per le donne e alle armi e agli attrezzi agricoli per gli uomini, i corredi si arricchiscono di numerosi elementi di vasellame che aumentano progressivamente nel corso del VII sec. a.C.
Nel V secolo avanti Cristo la necropoli di Sala Consilina cessa di essere frequentata, mentre quella di Padula -l'antica Consilinum- si avvia ad assumere il ruolo di centro più importante del Vallo di Diano. Ora i corredi funebri si caratterizzano per l'adesione all'ideologia greca del banchetto con vasi e oggetti tipici per la mescita e la degustazione del vino. Preponderante è la presenza di vasi greci, attici, di eccellente qualità, che costituiscono l'elemento guida per la cronologia.
Diffusa è la presenza di vasi con decorazioni lineari di colore rosso e bruno, tra cui olle con protomi animali, oionochoai, coppe biansate.
Nel IV secolo avanti Cristo le sepolture presentano vasi figurati e si trova anche un complesso di oggetti, candelabro-alari-spiedi, con funzione simbolica a connotare il livello sociale del defunto.
Del III-II secolo avanti Cristo sono invece dei capitelli figurati, di probabile origine apula diffusi immediatamente in Campania e nell'Italia centrale, siti nel lapidario, rinvenuti alla fine del secolo scorso nei pressi della stessa Certosa. Alla tarda età repubblicana, con qualche esemplare più tardo, appartengono statue e stele funerarie con eguale provenienza dei capitelli summenzionati, di una tipologia cospicuamente rappresentata nel territorio. Spicca un'ara votiva con iscrizione dedicatoria ad Esculapio e un torso di statua in marmo, datata nel II secolo avanti Cristo, identificata con l'Apollo metapontino, rinvenuti entrambi nello scavo di un complesso di edifici di epoca ellenistica e imperiale nella zona a nord della Certosa di Padula.
Brani di mosaici pavimentali policromi con motivi geometrici e floreali e due unguentari d'argento appartengono ad una villa di tarda età imperiale romana trovata a Padula, unitamente ad enormi dolii, alti da m. 1,5 a 2 e con uguale larghezza, recipienti parzialmente interrati e legati allo sfruttamento del territorio per scopi agricoli.
Tra i materiali lapidei esposti, provenienti dal territorio di Padula, si annoverano ancora i resti di tre sarcofagi con decorazione scolpita di probabile epoca paleocristiana, due lapidi con iscrizioni e due basi onorarie, una delle quali caratterizzata dall’impronta dei piedi lasciata dalla statua che la sormontava.
CREDITI
Autore dei testi:
Matilde Romito con la collaborazione di Silvia Pacifico
Traduzioni e voci:
Italiano – voce Matilde Romito - Editing audio Associazione Culturale Prisma
Inglese – traduzione e voce Erich Nicholson - Studio Pippolaticomusic di Luca Bechelli
Immagini:
Tutte le immagini sono di proprietà della Provincia di Salerno, autore Gaetano Guida