01. Collegio Salesiano (piazza Albert).
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La scelta di iniziare il percorso della memoria dal Collegio Salesiano è dovuta alla sua posizione strategica che permetteva di controllare sia l’unica strada di accesso alle tre valli di Lanzo, con l’installazione anche di un posto di blocco al termine della discesa di via Usseglio, sia le strade provenienti da Cafasse e Balangero; inoltre la visuale spaziava sull’ampia conca dal colle Forcola, attraverso Coassolo S,Pietro – S.Nicolao-Monastero, sino a S. Ignazio, località ove si erano installate numerose formazioni partigiane.

A partire dal luglio del 1944, pochi giorni dopo la battaglia di Lanzo che aveva mostrato la forza delle brigate partigiane, sino alla fine di aprile 1945 il Collegio divenne sede fortificata di varie formazioni della Repubblica Sociale Italiana e del comando tedesco delle SS italiane, dei famigerati russo-ucraini (responsabili della strage del Cudine) e infine degli alpini della divisione Monterosa.

Il Collegio fu pertanto anche luogo di interrogatori, di torture e di detenzione di partigiani.

“7 luglio 1944, ore 15,30. Il Collegio è ridotto a una fortezza avanzata contro la Valle di Lanzo. Tutti gli allievi Ufficiali, che occupavano la caserma Peradotto, si trasferiscono nel Collegio. Si sistemano postazioni di artiglieria lungo la strada che porta alla cascina, al pinnacolo, verso il Mombasso, lungo tutto il muretto verso Germagnano… Il collegio e le adiacenze sono trasformate in una vera piazzaforte! Dio mio! S.Giuseppe, pensaci tu. Di giorno si vive ancora, ma di notte! E’ un frastuono di spari di tutti i tipi di armi, per un nonnulla si spara… e si spara! (…) La Direzione fece buon viso a cattivo giuoco. Non potendo disfarsi degli indesiderati occupanti, cercò di giungere ai comandanti e tenere con loro buoni rapporti. (…) Quivi vengono condotti i prigionieri, gli ostaggi, ecc. Le mamme, le spose, le fidanzate, i figliuoli, facevano la fila in collegio in cerca del direttore, di don Crucillà, di don Maggio[1], affinché s’interponessero  presso il Comando per chiarire situazioni particolari, per ottenere di portare indumenti, viveri, medicine.”

 

 “2 settembre (1944) – Oggi pomeriggio ho fatto un giro intorno al collegio per rendermi conto delle postazioni- difesa organizzate dai tedeschi. Ecco un breve prospetto:

 1° cannone da 88 piazzato nel primo gomito della strada che sale alla cascina

2° mitragliatrice a pochi passi dal cannone; ha la canna puntata verso la stazione

3° fucile mitragliatore presso la piastra di cemento del pozzo nero, la canna rivolta all’incrocio della strada per Lanzo e Cafasse

4° altro fucile mitragliatore nel cortiletto della cascina

5° cannone da 75 nell’orto; bocca verso Mombasso

6° cannone anticarro nell’orto; bocca verso Mombasso

7° fucile mitragliatore verso il ponte del Diavolo

8° cannone anticarro nell’orto di fronte al refettorio dei superiori: bocca rivolta verso la piana di Germagnano

9° fucile mitragliatore all’angolo tra il terrazzo e l’orto verso Germagnano

10° mitraglia nel cortiletto inferiore verso Germagnano

11° mitraglia e cannoncino di fronte al portone d’entrata, una rivolta verso la piazza della parrocchia e l’altra verso i monti che circondano Germagnano. Non c’è male… Siamo ben difesi! San Giuseppe, sei tu la nostra difesa!”

Testimonianza di don Luigi Ulla, direttore del Collegio Salesiano.

 




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