Ecco l’Anfiteatro, uno dei monumenti più significativi della città romana di Catania.
I suoi possenti ruderi sono ben visibili dalla centrale piazza Stesicoro sin dagli inizi del XX secolo. Il grandioso monumento, uno dei più grandi del mondo romano, è nascosto quasi interamente sotto le moderne costruzioni: ben al di sotto del moderno livello stradale della piazza ne potete ammirare solo uno spicchio, con il corridoio che gira lungo il muro del podio.
L’estensione dell’edificio interessa molte vie che si irradiano dalla piazza Stesicoro e alcune porzioni dell’alzato della costruzione appaiono quasi nascoste in due traverse della via Manzoni.
Non pensiate che questi ruderi siano rimasti a vista per quasi duemila anni! Anzi, i molteplici innalzamenti del piano originario della piazza lo nascosero a lungo alla vista: dovete immaginare che ancora vecchie foto ritraggono belle aiuole al posto di questi ruderi!
Fu merito del solito Ignazio Paternò Castello Principe di Biscari, nel 1748, quello di liberare parte dei corridoi cui si accedeva dalla laterale Via Colosseo (un nome che, dunque, conservava bene il ricordo dell’edificio!). Poi toccò all’architetto Filadelfo Fichera, su commissione del sindaco della città Giuseppe De Felice, iniziare i lavori per riportare alla luce l’anfiteatro nel 1904, conclusi nella primavera del 1906.
L’opera fu inaugurata ufficialmente dal re d’Italia in persona, Vittorio Emanuele III, che visitò l’illustre monumento riportato parzialmente alla luce quando venne a Catania per inaugurare l’Esposizione Agricola.
Cosa significa, intanto anfiteatro? Significa “teatro doppio”, anche se in realtà la forma di questo edificio è una ellissi. Qui, come accadeva in altri anfiteatri romani celebri, come il Colosseo a Roma o l’Arena di Verona, si allestivano imponenti spettacoli pubblici basati su lotte fra gladiatori e con terribili animali feroci.
Osservate la sua struttura: l’anfiteatro esternamente era formato da due ordini sovrapposti di arcate ed era coronato da un alto loggiato; la cavea, ovvero la gradinata, era divisa da due corridoi anulari in tre ordini di gradini, collegati tra loro da scale interne che si aprivano lungo i corridoi.
Gli archeologi hanno potuto calcolare le sue dimensioni: era davvero immenso!
Essendo una ellissi, era lungo 125 metri x 105 metri di larghezza, mentre l’arena aveva un diametro massimo di 70 metri e quello minimo di 50. Si è calcolato che poteva contenere 15.000 spettatori seduti e quasi il doppio con l’aggiunta di impalcature per i posti in piedi.
Come principale materiale da costruzione è stata utilizzata la pietra lavica combinata con la malta cementizia e i mattoni; nella piccola porzione di arena che si è conservata potete ancora ammirare alcuni frammenti decorativi che abbellivano la costruzione, come alcuni frammenti di colonne, ma dobbiamo immaginarcelo tutto decorato di colonne, statue e bassorilievi in marmo.
La datazione della sua costruzione deriva dall’analisi della tecnica costruttiva e fu costruito in due momenti. Il primo edificio fu forse edificato forse nel I secolo d.C., era più piccolo, con un solo ambulacro e la parte corrispondente della cavea soprastante. Nel II secolo d.C., fu notevolmente ampliato con la costruzione dell’ambulacro esterno, di una nuova facciata, del sistema di archi rampanti che lo collegavano alla collina e di una cavea più ampia che triplicava il numero di posti a sedere.
Il video con la ricostruzione 3D del monumento, realizzato dall'IBAM-CNR di Catania, vi aiuterà a immaginarlo in tutta la sua magnificenza!
Se volete approfondire il tema, il Polo regionale di Catania ha pensato per voi un'apposita guida multimediale!
La voce narrante di questa scheda è di Roberta Corso.