Collocata sulla dorsale collinare del Montalbano, l'area reca con evidenza i segni di una storia che attraversa diverse epoche. Per la sua particolare ubicazione il Monte offre alla vista un panorama vastissimo, che abbraccia la pianura segnata dalla valle dell'Arno, i rilievi appenninici, il Pratomagno, i Monti del Chianti. Nelle giornate più limpide, dal cosiddetto 'masso del diavolo' lo sguardo può spingersi fino alla costa livornese ed al mare Tirreno, con l'isola di Gorgona sullo sfondo: deriva da qui probabilmente la denominazione 'Pietramarina'. L'unione tra valori paesaggistici, naturalistici e testimoniali raggiunge il suo apice proprio alla sommità del Monte Pietramarina: qui, all'interno di un secolare bosco di lecci con particolarissimi agrifogli a portamento arboreo, trovano spazio importanti ritrovamenti archeologici relativi ad un insediamento etrusco fortificato, oltre a manufatti di epoca lorenese. L'area faceva parte infatti del Barco reale, bandita di caccia dei Medici recintata da un muro lungo più di cinquanta chilometri, che si estendeva dal crinale del Montalbano alla pianura, interrotto solo in corrispondenza delle vie di comunicazione e dei corsi d'acqua. Esempio storico di gestione di riserva faunistico-venatoria, il Barco ospitava selvaggina di ogni genere ed era assoggettato a particolari regole, anche per la protezione dal bracconaggio: a tale scopo il Barco era sorvegliato da un gran numero di guardie, i cosiddetti 'birri'.
Nell'area si registra la presenza di varie specie tutelate di anfibi, tra le quali anche la Salamandrina, dovuta alla permanenza di un mosaico ambientale di grande valore ecologico, comprendente sistemazioni agrarie di tipo tradizionale, aree aperte, aree boscate, sistemi di siepi, filari e muri a secco.
Abbandoniamo la strada asfaltata e prendiamo il terzo sentiero a sinistra seguendo la freccia con indicazione Pietramarina, inoltrandoci nel bosco. Al termine del sentiero giriamo a destra e proseguiamo dritto in salita fino a raggiungere una radura dove sorge un piccolo edificio noto come il 'Casino dei Birri' (ovvero, il rifugio dei guardiacaccia della riserva granducale del Barco Reale) e sulla quale si allungano, maestosi, i rami di un cedro atlantide che fanno da cornice, insieme ad altre interessanti specie arboree, all'Area archeologica di Pietramarina.