Il Bastione degli Infetti è situato nei pressi di Via Plebiscito, alla fine di via Torre del Vescovo. Esso fa parte dell’antica cinta muraria fatta costruire e fortificare da Carlo V nel 1533, composta da ben 11 bastioni e 7 porte.
Il bastione prende il suo nome dalla peste del 1576, poiché veniva utilizzato come lazzaretto dove venivano curati o messi in quarantena gli ammalati di peste.
L’area su cui sorge il bastione riveste un grande interesse, poiché sono presenti due linee di fortificazioni costruite a difesa della città, rispettivamente nel 1300 e nel 1500 secolo, che testimoniano l’adeguamento delle difese all’introduzione delle armi da fuoco.
Negli anni tra il 1551 ed il 1556, tramite il viceré Juan de la Vega, giunse l’ordine alle città demaniali di rafforzare le proprie mura di difesa. L’incarico fu affidato all’architetto militare Antonio Ferramolino da Bergamo. Alla sua morte, nel 1550, subentrò Tiburzio Spannocchi, autore di una famosa pianta della città.
Nel secolo successivo alla peste, nonostante i disastrosi eventi occorsi alla città di Catania, come la colata lavica del 1669 e il terremoto del 1693, il bastione si conservò. La lava lo ricolmò per una altezza di 12 metri, annullando il dislivello esistente allora tra l’originario piano di campagna e la base del bastione stesso.
Con il terremoto del 1693 la cinta muraria si defunzionalizzò definitivamente, e così anche il bastione.
Il testo di questa scheda è stato curato da Zaira Abate, Federica Stancapiano e Roberta Picardi, IV E, Liceo Classico "N. Spedalieri" e la voce narrante è di Roberta Picardi.