Biblioteca Borbonica
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Eccoci di fronte a uno dei luoghi più importanti, in Sicilia, nella raccolta della cultura umanistica del 1800: la nostra Biblioteca Borbonica! Dobbiamo questo prezioso patrimonio a Ignazio Capizzi.

Adesso ve ne racconto la storia.
Nel 1767 per ordine del re Ferdinando III i Gesuiti vennero cacciati dalla Sicilia e mentre tutti facevano a gara per impossessarsi dei loro beni demaniali, il Venerabile Capizzi consapevole dell’importanza della diffusione della cultura, riuscì a farsi donare ben 715 volumi, che erano stati confiscati nelle biblioteche palermitane dei Gesuiti e parte del quale è ancor oggi custodito nella biblioteca.

Nel corso della Seconda guerra mondiale il Collegio venne utilizzato come un Ospedale di riserva per cui i libri vennero posti nei magazzini sottostanti. E se grazie a quest’accortezza non vennero distrutti nel corso dei bombardamenti aerei, furono tuttavia logorati dall’umidità e dai topi.

Nel 1983 il Consiglio di Amministrazione decise di rendere fruibile a tutti un patrimonio che fino a quel momento era stato di pochi privilegiati.

La nostra biblioteca è posizionata al primo piano del collegio, si compone di due stanze con scaffali in legno costruiti nel 1830 su disegno di Don Carmelo Luca. Uno degli scaffali è dedicato proprio agli scrittori brontesi e sono esposti anche i busti di due nostri illustri concittadini, Enrico Cimbali e Benedetto Radice. 

La raccolta presente all’interno della biblioteca, nel corso del tempo, si è arricchita sempre di più grazie ad acquisti, lasciti o donazioni da parte di privati cittadini, al punto da vantare oltre 14 mila volumi di tipo scientifico, letterario, filosofico e teologico, con testi in greco e latino, oltre che in italiano, inglese, spagnolo, tedesco e francese.

Fra le opere di inestimabile valore vi segnaliamo:

-un Aristotele del 1561;

-un raro dizionario del Calepino uscito nel 1571 dalla tipografia veneziana dei Manuzio;

-uno splendido atlante geografico del 1692;

-un trattato di astronomia del 1877;

-una divina commedia arricchita di raffinate incisioni stampata a Venezia nel 1536;

-un volume in antica lingua orientale;

-una copia del "Teatro Italiano" di Luigi Capuana del 1879;

-un numero cospicuo di classici latini e greci di Svetonio, Senofonte, Tacito, Ovidio, Sallustio.

Sono, inoltre, conservate raccolte di giornali e di riviste, provenienti dall'archivio del Cardinale Antonino De Luca, e intere annate di quotidiani e periodici di fine '800 inizi '900.

È conservata una preziosa raccolta di carte della Vicaria Foranea di Bronte e di una Corte Spirituale operante in città nel corso del 1700.

In più, qui sono conservate anche opere del filosofo brontese Nicola Spedalieri, il lascito del cosiddetto "Fondo De Luca" con le carte e i libri appartenenti al cardinale Antonino-Saverio e il “Fondo Cimbali”, ricco di carte manoscritte appartenute anche allo stesso Giuseppe Cimbali.

Oggi la biblioteca è divenuta centro focale che permette la consultazione “in loco” per quanti intendono realizzare ricerche, tesi di laurea o sono semplicemente degli appassionati.

 

 

Testo e voce narrante: Giada Straci

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