Il Calidarium era il nome dato dai romani alla sala dove si poteva prendere un bagno caldo. Il sistema di riscaldamento del calidarium era molto complesso: spesso era esposto a meridione per sfruttare il calore naturale del sole, ma veniva riscaldato anche artificialmente mediante il sistema della coibentazione. Nella intercapedine (l’ipocausto) presente sotto il pavimento, sorretto da pilastrini in terracotta detti suspensure, circolava l’aria calda, questa risaliva poi lungo le pareti dell’ambiente che prevedevano una seconda fodera realizzata con tegole provviste di piedini distanziatori (le tegole mammate) oppure con una serie di tubuli affiancati.
L’ipocausto, già noto ai greci, prevedeva per il riscaldamento dell’acqua la presenza di una fornace alimentata a legna (il prefurnio), accessibile da corridoi di servizio o dall’esterno e costantemente alimentato e regolato dagli schiavi. Il combustibile più utilizzato era la legna, ma si utilizzavano anche carbone vegetale o fascine. La bocca di questi forni era dotata di una porta metallica o di lastre in pietra refrattaria per la regolazione dell’aria in entrata nel focolare.
Questo sistema venne adottato dai romani a partire dal I secolo a.C.; durante l’epoca repubblicana, invece, le sale termali erano riscaldate solo da grandi bracieri che, però, non erano in grado di offrire una temperatura costante e, per via delle loro notevoli dimensioni e del loro numero, saturavano spesso i locali con i fumi di combustione.
Nelle terme di via Terracina, presso l’attuale ingresso, possiamo riconoscere l’area del prefurnio ed il sistema ad ipocausto predisposto per il riscaldamento delle sale calde del complesso. Immediatamente dopo l’area della fornace si trovava infatti il Calidarium, riscaldato, oltre che dall’ipocausto sotto il pavimento, anche dalle tubulature che correvano lungo le pareti. L’ambiente presenta un abside sulla parete Nord Est, dove probabilmente era collocata la piccola vasca per le abluzioni (il labrum), ed una vasca rettangolare per il bagno caldo, non è da escludere la presenza di una seconda vasca forse posta sul lato opposto.
Accanto ad esso era un secondo ambiente riscaldato dove è possibile riconoscere un sudatorium, ossia una sala dedicata a bagni di sudore, corrispondente alla sauna presente nei complessi moderni.
Attraverso un serie di altri ambienti riscaldati si giungeva quindi alla ampia sala circolare la cui funzione è ancora incerta; la sala era anch’essa riscaldata dall’ipocausto, ma non dalle intercapedini alle pareti.
Esaurito il percorso caldo, i visitatori potevano accedere quindi alle sale per i bagni tiepidi o freddi.