I due scheletri “pietrificati” si ritiene che fossero i servi del principe, ma per ogni leggenda che si rispetti c’è anche una versione più verosimile dei fatti.
Atti notarili ritrovati più tardi, documentano l’esistenza di un contratto stipulato tra il Principe e il dottor Salerno, secondo cui il medico aveva il compito di realizzare due scheletri sui quali avrebbe dovuto installare il sistema cardiovascolatorio preparato dall’alchimista provetto. Nell’atto è chiaramente specificato che il sistema di artiere e vene è costituito da fil di ferro e cera colorata, trattata con sostanze segrete, e che i modelli avevano solo uno scopo didattico. La curiosa leggenda prende forma solo perché l’ente proprietario si è sempre opposto all’analisi scientifica delle “macchine anatomiche” e ha così fomentato tutte le dicerie sulla personalità un po’ maligna del Principe. Negli anni ’70 furono rubati i piedi e il feto, appoggiato sui piedi, della donna.