Milano, 12 aprile 1905 – Capiago Intimiano-CO, 23 agosto 1980 - Architetto e la Telemeccanica Elettrica
Nel 1938 il comune di Milano lo incarica della ricostruzione del Teatro Lirico, andato distrutto a seguito di un incendio. Prosegue intanto nella professione con vari progetti di edifici residenziali, ville e negozi. Già esponente di spicco della cultura architettonica milanese prima della guerra, riprende un'intensa attività di progettazione divenendo presto un protagonista anche del boom economico cittadino. Accanto ai progetti e alle realizzazioni edilizie, si dedica anche al design di mobili e all'allestimento di interni, alla pittura, all'attività di critico e studioso ed entra nel Consiglio degli architetti. Dopo palazzo Perego, la sede dell'AEM, i punti vendita dell'Alemagna e alcuni saloni del transatlantico Andrea Doria, negli anni cinquanta lavora per l'Alfa Romeo. Dal 1953 al 1956, lavorando all'interno della commissione edilizia del comune di Milano, si occupa della sistemazione di corso Vittorio Emanuele e di piazza Fontana, della fontana di piazza Castello, della ricostruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. Dal 1957 al 1965 è consigliere della Fabbrica del Duomo e si occupa dei restauri delle vetrate, delle volte e del rinforzo della guglia maggiore; segue inoltre la realizzazione della quinta porta, opera dello scultore Luciano Minguzzi (Bologna, 1911 - Milano, 2004). Nel 1961 è incaricato di Elementi di composizione e partecipa alla progettazione della nuova sede di via Bonardi della Facoltà di Architettura del Politecnico. È anche impegnato nei progetti del cimitero di Bruzzano (quartiere alla parefirei nord di Milano) e dell'ampliamento della sede di Milano delle Assicurazioni Generali. Il 1963 lo vede candidato preside alla Facoltà, ma la sede universitaria è occupata dagli studenti che contestano l'ordinamento "accademico" e in particolare gli rimproverano il progetto troppo "conservatore" della Snia Viscosa. Amareggiato dalle polemiche e dal clima, matura la decisione di dimettersi dagli incarichi universitari il 1º febbraio 1964. Continua, invece, la sua intensa attività professionale, di saggista e conferenziere, fino alla morte per infarto, avvenuta il 23 agosto 1980 nella sua casa di Capiago Intimiano (Como). Nel 1957 progettò la palazzina uffici della prima industria rovatese, la Telemeccanica Elettrica, società fondata a Milano nel 1925 con sedi nel capoluogo lombardo ed a Torino e dedita alla produzione di apparecchiature destinate al comando e regolazione di motori elettrici d’ogni tipo e potenza. Voluta dal fondatore e presidente Ildo Gregorini (morto pochi mesi prima) e manager bresciano Davide Cancarini (Carcina, 16 agosto 1905 - Edolo, 14 luglio 1985) ed inaugurata il 5 ottobre 1957 alla presenza delle autorità locali tra le quali il sindaco in carica avv. Cazzani. Iniziò assumendo circa 80 operai ed arrivando ad occuparne anche 480 (1970). Dopo vari passaggi di proprietà (Pirelli, General Electric) cessò ogni attività tra il settembre ed il dicembre del 2007. L’edificio fu quindi demolito nel 2012.