L’ultimo luogo d’interesse analizzato nella Genazzano legata ai Colonna è situato nella zona settentrionale del paese. Infatti, procedendo verso Nord e lasciandosi alle spalle la chiesa di S. Nicola e la cosiddetta Casa di Martino V, si giunge nei pressi dell’opera architettonica più rappresentativa e importante del borgo, ovvero il suo castello.
Menzionato per la prima volta in un documento del 1022 nel quale si fa riferimento ad un abitato fortificato, la fortezza venne ultimata nel 1227 e venne edificata con il chiaro scopo di assolvere a funzioni militari. Eretta su di una rupe di forma rettangolare, la struttura venne dotata di due torri diagonali, una posta a Nord-Est ed un’altra a Sud-Ovest, rendendo più agevole scovare possibili attacchi nemici e la comunicazione con il resto dell’abitato.
Successivamente, il castello venne trasformato in un palazzo signorile nel primo quarto del XV secolo grazie agli interventi voluti dal pontefice Colonna che furono indirizzati soprattutto alla demolizione e ricostruzione della parte ovest. Nei lavori, però, venne mantenuta la pianta rettangolare così da poter sfruttare quanto più possibile la rupe su cui l’immobile sorge.
Superato il ponte ricostruito a metà del secolo scorso, si accede al cortile nel quale è possibile ammirare delle finestre crociate cinquecentesche e il loggiato del ‘700 composto da due ordini di archi rotondi con colonne in granito, quattro statue ad adornare e un grande mosaico dedicato a Girolamo Colonna. Al centro del chiostro è presente una fontana in marmo di forma ottagonale che cattura l’attenzione per alcuni dettagli come lo stemma della famiglia, una sirena in rilievo e alcune iscrizioni dalle quali emerge che furono Filippo Colonna e sua moglie Lucrezia Tomacelli ad attuare i restauri.
Gli ambienti interni spiccano per la loro grandezza e per la presenza di una cappella decorata da affreschi di pregevole fattura che ritraggono la predica del Battista in uno e la carità di S. Carlo nell’altro. Alle spalle dell’altare vi è una rappresentazione della Sacra Famiglia che si caratterizza per la presenza della “colonna” familiare sulla veste del piccolo Gesù. Proprio in questo ambiente della casa è collocata la pietra della Porta Lateranense che nel 1650 fu trasportata fino a Genazzano proprio dal cardinale ricordato nel mosaico del cortile.
L’ala Nord del castello riprende nelle finestre gli stessi stilemi quattrocenteschi e gli ampliamenti che colpirono questa zona del castello sono riconducibili a tutto il XV secolo, infatti le grosse lastre regolari in pietra che componevano il pavimento, i pilastri e gli archi ribassati in conci squadrati in pietra, ne sono un chiaro esempio.
La parte orientale, invece, rappresenta il primo nucleo edificato della fortezza e venne restaurata nel XVI secolo dai Borgia che fecero edificare un nuovo loggiato con archi e pilastri in tufo. In questa sezione dell’immobile è possibile notare ciò che resta degli affreschi rappresentanti i possedimenti feudali della casata Colonna suddivisi ad oriente quelli legati all’Abruzzo e ad occidente quelli situati sui Monti Lepini. Sfortunatamente gli interventi bellici della Seconda Guerra Mondiale colpirono anche questa zona lasciando pochi resti di queste importanti testimonianze non solo artistiche ma anche storiche.
I soffitti del piano superiore, invece, si differenziano per essere stati realizzati in legno, a cassettoni, decorato con lo stemma della casata.
Gli interni del castello, soprattutto quelli delle sale di rappresentanza, mostrano tutti il medesimo stile caratterizzato da un camino al centro della stanza e da un sedile in marmo posto nel vano delle finestre.
Nel 1915, il castello fu vittima del potente terremoto che colpì Avezzano, recando i primi danni alla struttura che furono poi accentuati dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale da parte della RAF. Lo scopo dell’aeronautica militare inglese era quello di mettere fuori uso i forni allestiti dall’esercito tedesco che, invece, mirava a rifornire le truppe stabilite nei pressi di Cassino.
In seguito ad un primo restauro l'immobile visse un quarantennio di abbandono fin quando non venne rivalutato dal Comune di Genazzano, grazie anche all’aiuto dell’Amministrazione Provinciale di Roma, avviando i lavori di restauro nel 1983. Ad oggi il palazzo baronale risulta quasi completamente disponibile alla comunità grazie a numerose attività ed eventi culturali legati alla valorizzazione dell’immobile da parte degli enti locali.