Pietrarossa: un nome che ha forse il suo significato nella stessa parola, dal tipo di pietra utilizzato per la sua costruzione.
Sorse con funzioni militari nei pressi del quartiere Angeli, il primo nucleo dell’attuale abitato urbano di Caltanissetta, su una rocca di pietra calcarea affacciata sulla valle del fiume Imera meridionale, consentendone il relativo controllo e il collegamento visivo con il vicino castello di Pietraperzia.
Il Castello era articolato su vari livelli ed aveva tre torri collegate fra loro dalle mura.
Potrete ancora ammirare i resti della torre di vedetta settentrionale e quelli della torre centrale, facilmente distinguibile perché alta circa m 25 e costruita su una roccia che appare quasi tagliata in due perché attraversata longitudinalmente da una profonda fenditura.
Quando si data il Castello?
Sono venuti in aiuto i dati da alcuni saggi di scavo archeologico, condotti nell'area dello sperone roccioso, in occasione dei lavori di consolidamento e restauro, effettuati nella prima metà degli anni novanta del secolo scorso. Gli archeologi hanno liberato alcune strutture parzialmente interrate e svuotato alcune cisterne; i manufatti ceramici rinvenuti hanno documentato una frequentazione dell’area orientale del castello prima della sua edificazione, fin dall’XI secolo, circa mille anni fa, quando questo sperone era usato come una postazione d'avvistamento dagli Arabi.
Potete immaginare i soldati musulmani mentre si affacciavano dalla parte sommitale della rocca, controllando la valle del Salso preoccupati dall'avanzare dei cavalieri cristiani d'origine normanna...
Questo sito, da semplice punto di avvistamento, sarebbe stato poi trasformato proprio dai Normanni in postazione militare stabile, una volta preso il controllo di questi luoghi, anche se sembra fosse abitato da un numero ristretto di individui.
Nei primi decenni del 1200, quando in Sicilia regnava il grande imperatore Federico II di Svevia, avrebbe riacquistato importanza, avrebbe subito lavori ed ampliamenti, mantenendo una posizione di primo piano per tutto il 1300. La maggior parte dei manufatti ceramici si riferisce al 1400 e al 1500, ossia all’ultima fase di abitazione del castello, pertinente all’epoca dei Moncada, la nobile famiglia d'origine catalana, Conti di Caltanissetta, che aveva possedimenti anche nel resto della Sicilia.
Poi, forse, ci fu un trasloco: ce lo lascia ipotizzare il ritrovamento di un numero ridotto di manufatti di pregio e di numerosi oggetti frammentari difficilmente ricomponibili; chi se n'è andato ha, per comodità ovviamente, lasciato sul posto oggetti rotti e ormai inutilizzabili.
La gran parte delle strutture del castello crollò alla fine del XVI secolo.
Nel corso dei lavori di restauro, sulla sommità della torre centrale, a circa 25 metri di altezza, gli archeologi hanno scoperto una cisterna a cielo aperto. Il rivestimento impermeabilizzante della cisterna era costituito da ceramiche provenienti dagli scarti di una fornace.
Grazie a questo rinvenimento gli archeologi hanno potuto individuare l'esistenza, nel XII secolo, di un’interessante attività produttiva di vasellame ceramico.
Dal recente ritrovamento di alcuni documenti gli studiosi hanno fatto un'altra scoperta, che sembra confermare le leggende locali. Vicino al fortilizio esisteva un condotto sotterraneo, scavato nella roccia: forse si tratta di uno dei tanti percorsi sotterranei della città, che si racconta fossero utilizzati come vie di fuga dal maniero.
La voce narrante di questa scheda è di Elisa Bonacini