Castello di Segonzano
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Ecco lassù il castello di Segonzano, anche se ora vedete solo ruderi, potete riconoscere la merlatura a coda di rondine, quei rialzi di muro nella parte superiore, tipica dei castelli.

La torre superstite è chiamata torre delle Prigioni, più a sinistra si riconosce parte delle mura difensive, situata a strapiombo sul torrente Avisio.

Vi starete chiedendo come mai un castello è stato costruito in una valle e non su una cima. La risposta è semplice: l’Avisio era una via di comunicazione, infatti era navigabile, e il ponte di Cantilaga, sotto il castello, era l’unica via di accesso da nord.

Non a caso, infatti, il Principe Vescovo di Trento, Federico Vanga, diede come feudo il territorio di Segonzano, al suo fedelissimo coppiere Rodolfo Scancio, per costruire qui un castello.

Siamo nel giorno 16 febbraio 1216.

Dopo i baroni Scancio il castello è stato proprietà di tante famiglie come Rottemburg, Lichtestein, Greifenstein e i duchi del Tirolo.

Nel 1535 venne acquistato dal barone Giovanni Battista a Prato, che fece molti lavori di ristrutturazione secondo il gusto rinascimentale.

La fortezza è stata abbandonata dopo l’attacco e la distruzione delle truppe francesi di Napoleone, nel 1797. Tanto, che gli abitanti di Segonzano, utilizzarono le pietre del castello abbandonato per ricostruire gli edifici distrutti dall’alluvione del 1882. I nostri avi non buttavano via niente!

Gli a Prato che ancora oggi sono i proprietari del castello, risiedono a Palazzo a Prato, non distante da qui, in frazione Piazzo. Ed è così, che oggi, di quel maestoso e imponente castello restano solo ruderi.

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