Dal piccolo comune di Gallinaro, ubicato in posizione panoramica al centro della Valle di Comino, si gode la vista completa su tutto il territorio circostante. Abitato da Sanniti e Romani nell’antichità, divenne un “castrum”, cioè un castello, intorno all’anno Mille. Tra il 1023 e il 1047 il paese entrò a far parte della Contea di Sora, insieme ad Atina e Alvito, passando poi sotto il dominio di Montecassino. Fu quindi feudo di diverse famiglie aristocratiche: i Conti d’Aquino, gli Etendard, i Cantelmo, poi dal Quattrocento i Borgia, i Navarro, i Cardona e i Gallio. Nel Trecento il piccolo borgo di Gallinaro iniziò lentamente a decadere, soprattutto in occasione della peste del 1656, ancora oggi ricordata da una lapide situata nel centro storico. Nel Settecento la popolazione crebbe e iniziarono anche i lavori di ristrutturazione del borgo. Alla fine dell’Ottocento, però, la presenza di briganti e gli scarsi investimenti statali nella Terra di Lavoro, costrinsero gran parte della popolazione ad emigrare. Una delle mete preferite fu Parigi, dove molti gallinaresi trovarono lavoro come modelli, posando per grandi artisti come Rodin Agli inizi del Novecento Gallinaro fu a ridotta frazione di S. Donato Val di Comino e tornò comune autonomo solo nel 1948. Al periodo medievale risale la costruzione del castello, attualmente diruto e inglobato nelle successive strutture della chiesa di S. Giovanni Battista. Passeggiando fra i vicoli del centro storico è ancora possibile riconoscere i resti della cinta muraria più antica. Merita una visita anche l’antico lavatoio pubblico, recentemente restaurato. Assolutamente da non perdere il panorama che si può godere dalla terrazza di Palazzo Zeppa, oggi sede comunale, oppure dalla località Serbatoio, con una visione a 360 gradi su tutta la Valle di Comino. Molto venerata la Chiesa di S. Gerardo, dedicata al santo protettore della cittadina, un eremita inglese che morì a Gallinaro nel 639, mentre faceva ritorno dalla Terra Santa.