La parrocchiale di Marone si affaccia direttamente sul lago, preceduta da un ampio sagrato che un tempo scendeva verso la riva. Dedicata a San Martino vescovo, divenne sede parrocchiale fra il 1532 e il 1572, con lo spostamento del titolo da San Pietro apostolo di Pregasso.
Nel 1710, su progetto dell’architetto Bernardo Fedrighini, fu ingrandita per contenere tutta la popolazione e consacrata nel 1754. L’attuale torre campanaria è del 1877 e sostituisce un campanile più antico, abbattuto perché al completamento della costruzione settecentesca risultò più basso della facciata.
L’esterno è piuttosto semplice. L’interno è ad aula unica, con volta a botte, sei altari, otto nicchie contenenti statue dei Padri della Chiesa e abside semicircolare. La decorazione è stata realizzata in diversi periodi: gli stucchi sono perlopiù della metà del Settecento e gli altari vanno dal secolo XVII al XIX; alcuni furono ristrutturati nel 1941. Gli affreschi della volta, dell’arco santo e del presbiterio furono eseguiti nel 1740 dal bresciano Domenico Voltolini e dai suoi collaboratori. Raffigurano, entro pregevoli stucchi bianchi e dorati: San Martino in gloria, Episodi della vita di San Martino, l’Annunciazione, l’Adorazione dei Magi, il Compianto sul Cristo morto, l’Assunzione, la Cacciata di Eliodoro, e angeli recanti vari simboli.
Di Voltolini sono anche le pale della Sacra Famiglia con i Santi Antonio di Padova e Ignazio di Loyola, e dell’Ostensione della Croce con santi, martiri e angeli, così come i piccoli affreschi entro cornici in stucco all’imbocco delle cappelle, molti dei quali ridipinti. Nell’abside, la smagliante pala con l’Immacolata e i Santi Martino, Pantaleone, Carlo Borromeo e Antonio abate è stata attribuita a Giuseppe Tortelli di Chiari.
L’altare marmoreo della cappella maggiore è fra le opere più rilevanti dello scultore bresciano Antonio Calegari e comprende il medaglione del 1742 con il Sacrificio di Isacco, due angeli oranti e i due santi che affiancano il tabernacolo.