La Chiesa di Santa Chiara sorge nella omonima piazza, che si apre su via Arpi, ed era annessa al monastero delle Clarisse.
L'attuale edificio, frutto della ricostruzione seguita al terremoto del 1731, fu preceduto da una prima struttura fondata nel 1337 da Fino e Beatrice Lollo (forse parenti di Santa Chiara d'Assisi) e da un secondo edificio di culto, eretto nel XVI secolo. Tuttavia di queste fabbriche non restano tracce.
La facciata barocca oggi visibile è scandita da paraste (pilastri che sporgono leggermente dalla parete) e presenta un corpo centrale aggettante e due ali laterali arretrate e inclinate verso l’interno. E’ divisa in due ordini da un cornicione classicheggiante, interrotto da un finestrone rettangolare posto in asse con il portale e, a sua volta, sormontato da una bifora e da un oculo traforato, collocato al centro del fastigio.
L’interno presenta una pianta ellittica ed è coperto da una falsa-cupola impostata al di sopra di un cornicione che è interrotto da quattro bassorilievi barocchi di scuola napoletana, raffiguranti episodi tratti dall’Antico Testamento.
La Chiesa di Santa Chiara fu chiusa al culto nel 1932, a causa di gravi lesioni strutturali verificatesi nella volta, poi aggravate dai bombardamenti del 1943. A seguito dell’abbandono, l’altare maggiore in marmi policromi fu spostato e ricomposto nella Chiesa di San Luigi, mentre la pala d’altare, raffigurante la santa titolare e opera della bottega di Francesco Solimena, fu trasferita nella pinacoteca del Museo Civico di Foggia, dove attualmente è esposta.
Dopo lunghi lavori di recupero, il complesso è stato riaperto al pubblico nel 2001 come Auditorium e centro espositivo, gestito dal Comune di Foggia e, dal 2013, dalla Fondazione Apulia Felix. Oggi questa struttura polifunzionale è utilizzata per iniziative culturali di vario tipo: conferenze, convegni, presentazioni di libri, concerti, spettacoli teatrali, proiezioni cinematografiche.
M. Preziuso