Deposizione di Benedetto Antelami
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La Deposizione, eseguita a rilievo da Benedetto Antelami nel 1178, è una lastra di marmo rosso di
2,30 m X 1,10. E' situata sulla parete del transetto destro del Duomo di Parma. La scena è
a rilievo. La sacra rappresentazione è dominata dalla croce centrale.
I due settori in alto sono occupati dalle figure degli arcangeli, Gabriele a sinistra e Raffaele a destra.
Agli angoli si vedono le rappresentazioni del sole e della luna. Al centro, la figura di Cristo è di dimensioni maggiori rispetto agli altri personaggi per sottolineare la sua importanza. In basso a sinistra, sotto l'angelo Gabriele si vedono le tre Marie, Giovanni d'Arimatea, che sorregge il Cristo e poi la Vergine.
Tutti i personaggi sono riconoscibili attraverso le precise iscrizioni incise a niello( è una lega metallica di colore nero che include zolfo, rame, argento e spesso anche piombo, usata come intarsio nell'incisione di metalli) in caratteri gotici.
La composizione è di grande effetto drammatico. Tutto sembra come mosso o trascinato
da una misteriosa corrente. La figura di Cristo è la più grande e domina la scena. Il
corpo, abbandonato sotto il peso della morte crea una curva e un vettore rivolto verso il
basso e a sinistra. E' un elemento visivo che si carica di tensione e crea disagio,
costringendo l'occhio dello spettatore a tornare indietro.
Antelami ha reso visibile simbolicamente il contrasto ideologico-religioso tra la Chiesa e
le eresie, riferendosi in particolare alla lotta che nella seconda metà del XII secolo la
Chiesa stava conducendo contro l'eresia. Le figure emergono con una  plasticità vigorosa,
Schillaci, Azzola, Mari
le forme sono piene e arrotondate, le teste, le mani e i piedi sono grandi, massicci e ben
delineati nella loro espressività.
Raffinatissimo è anche il trattamento delle superfici, creato per ottenere contrasto. Sul
fondo liscio, percorso dai ricami bluastri del niello, spiccano i volumi rossi del rilievo,
tutti increspati e scanalati da pieghe ora fitte ora rade, variamente inclinate e ondulate,
quasi a imitare i movimenti dell'acqua.
In questa Deposizione Antelami rivela uno stile personalissimo, già orientato verso il
gusto gotico, ma formato da una vasta cultura figurativa che spazia dalla scultura
romanica lombardo-emiliana, alla tradizione bizantina, alla conoscenza dell'arte e dei
testi classici, alle contemporanee realizzazioni del gotico francese.
Il riferimento alla tradizione bizantina lo troviamo nello schema compositivo, basato
sulla ripetizione ritmico-musicale e sulla simmetria. Ma anche nella citazione delle
teorie delle Vergini che richiamano i mosaici ravennati​, come nelle tre Marie sulla
sinistra e soprattutto nella conoscenza e perizia tecnica dell'esecuzione a niello del
fondo della lastra. Altri riferimenti all'arte bizantina si trovano nei dettagli decorativi e
nei parallelismi delle pieghe delle vesti. All'arte francese ​rinviano sia le due piccole
figure al centro, che sono le personificazioni della Chiesa e della Sinagoga, sia
l'insistenza della linea che solca, percorre, agisce direttamente sulle masse,
alleggerendo i volumi e sia l'allungamento delle figure stesse, un richiamo a quelle del
Portale dei Re della Cattedrale di Chartres. Appartengono alla tradizione classica​, in
particolare del periodo augusteo, i motivi del Sole e della Luna nelle corolle, mentre gli
angeli discendono dalle antiche Vittorie alate. I motivi vegetali, come i girali d'acanto e
la foglia sotto la croce richiamano monumenti romani che vanno dall'Ara Pacis agli
antichi sarcofagi. Alla stessa cultura classica appartiene il senso di ordine armonico,
compostezza ed equilibrio. Gli elementi romanico-lombardi si rintracciano nella
vigorosa plasticità, nel senso del volume e solidità delle figure. A questi si aggiungono
l'effetto di concretezza e le sproporzioni di teste, mani e piedi. Al gusto gotico​, filtrato
da una visione personale, appartengono la raffinata eleganza, l'abbandono della sobrietà
e dell'aspetto rude e spoglio del romanico lombardo-emiliano​, e soprattutto l'effetto
dinamico dei gesti, della composizione e dell'articolazione delle figure.  

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