L’ex discoteca “Milleluci” di Porto Viro è stata utilizzata come location nel film Notte italiana, per la scena del primo appuntamento tra il protagonista, l’avvocato Otello, e Daria, una giovane madre single del paese. Il rapporto tra i due evolve in maniera lenta, inizialmente la donna tiene un rapporto freddo e distaccato con Otello, ma pian piano conoscendosi nascerà una storia d’amore. Il locale, esternamente, ha un’insegna a neon fuxia, mentre gli interni sono arredati con mobili dello stile dell’epoca (anni ’80 – ’90), il palco dove suona un gruppo musicale è colmo di illuminazioni al neon di diversi colori che, assieme alla musica, rendono l’atmosfera gioiosa, nella pista da ballo sono presenti tutti i paesani e diversi personaggi principali del film (minuti 46’ 34’’, minuti 48’ 19’’).
Attualmente l’edificio è abbandonato, ciò che rimane è il ricordo di uno dei principali cuori della movida del Basso Polesine che ha anche ospitato artisti come: Gianni Morandi, Claudio Villa, Nada, Caterina Caselli, Adriano Celentano, Rocky Roberts, Rita Pavone, Albano. L’ edificio è situato nel comune di Porto Viro, un territorio che deve la sua attuale conformazione all’imponente opera idraulica dal nome “Taglio di Porto Viro” realizzata nel 1601/1604 dove venne deviato il corso del fiume Po delle Fornaci, oggi Po di Venezia, al fine di evitare l’interramento della laguna veneta. Grazie a questa azione i territori paludosi e malarici divennero abitabili grazie all’intraprendenza dei loro abitanti. All’inizio erano presenti due cittadine Contarina e Donada, nel 1929 queste vennero unificate per volere dell’ammiraglio Luigi Arcangeli al fine di creare maggiori opportunità economiche. A seguito di questa decisione il comune divenne uno dei più popolosi del Basso Polesine, tanto che il podestà di Adria, temendo un danno economico per la propria città, si mosse per la separazione dei due paesi che avvenne nel 1938. I due comuni vennero unificati definitivamente, nel 1995, sotto il nome Porto Viro, dopo un referendum approvato dai cittadini di Contarina e Donada. Nel 1951 una tragedia colpì la cittadina, un’alluvione sommerse il Polesine a causa della rottura degli argini del fiume Po e questo avvenimento causò una massiccia emigrazione della popolazione verso il triangolo industriale (Milano, Torino, Genova). Negli stessi anni le estrazioni di metano, come avviene in Notte italiana che fa riferimento alla storia di questi territori, provocarono l’abbassamento del suolo e misero a rischio la sicurezza idraulica dell’intera zona, tanto da prendere la decisione di fermare definitivamente le estrazioni.