Vuole la tradizione e la leggenda che il primo mercato di bestiame istituito in quel di Rovato si svolgesse sulla collina di Montorfano, in località San Michele, proprio in prossimità di quella chiesa che ancora ne conserva il nome; e che vi si trattassero solo ovini.
San Michele era il protettore ufficiale dei Longobardi e il nome dedicato a quel luogo di culto ragionevolmente può farne asseverare le origini.
Stando ad alcuni documenti, in epoca romana, un forum/mercato si trovava sul fondo di via Orti.
Un mercato coperto, a quanto pare, e non molto grande, però adatto alla comunità di quel tempo.
Non è detto comunque che non si allungasse nelle fondazioni della casa che gli stava dietro.
Un fiorente mercato a Rovato è documentato fin dal XV secolo.
Accenni all'attività mercantile si riscontrano in disposizioni amministrative degli anni 1438 e 1470.
Questa si svolgeva nei pressi della chiesa dell'Assunta lungo la cosiddetta "Strada Larga" (oggi corso Silvio Bonomelli) ed era già famoso nel 1610.
Nel 1802 l’ennesima epidemia bovina impose lo spostamento provvisorio del mercato in piazza Carampane.
Nel 1880 la strada Larga non era più idonea a contenere l'aumentata affluenza di bestiame che sconfinava nelle vie e spazi adiacenti, compresa piazza Garibaldi.
Si deve a Giuseppe Bonomelli, agricoltore, allevatore, macellaio, e ai sui figli, il merito di aver rilanciato e qualificato il Mercato di Rovato e di aver dato vita alla fiera del bue grasso, l'attuale Lombardia Carne.
Siamo sempre nel 1880.
Nel 1908 il mercato occupava le seguenti aree:
Bovini in via larga tracimando lungo via Porcellaga, in piazza Garibaldi e sullo spalto soprastante;
Ovini e caprini in piazza Montebello;
Suini in piazza Palestro;
Pollame in piazza della chiesa.
In quell’anno, in seguito ad un infezione aftosa i “bovini” vennero trasferiti totalmente in piazza Garibaldi che iniziò ad essere il nuovo fulcro del mercato.
Il problema dello spazio si risolse solo dopo il 17 maggio 1909 quando il consigliere comunale conte Eugenio Martinengo Cesaresco donò al Comune l'area sulla quale sorse il primo nucleo, quello più ad est, dell'attuale Foro Boario.
Nel 1922 il geom. Luigi Marchesi progetta quattro tettoie in ferro e ghisa "pressoché uguali a quelle di Cremona" delle quali due saranno costruite nel 1923-1924 dal fabbro Francesco Caratti e due nel 1926 da suo figlio Arturo Caratti.
Altre donazioni di aree da parte della scrittrice inglese Evelina Carrington, vedova del conte, seguirono nel 1925 e nel 1928.
L‘11 maggio 1924 viene aperta la sala mercato presso i locali della banca mutua Popolare di Palazzolo sull'Oglio.
Nel 1948 e 1950 il comune acquista altra area, da destinarsi a mercato, dai conti Ottobono e Manfredo Terzi ed il geometra Marchesi progetterà i nuovi lavori che vedranno la realizzazione di altre cinque tettoie (1953 e 1955), l’installazione degli altoparlanti, la costruzione della palazzina direzionale (1961 e 1966), delle stalle di sosta, delle stalle contumaciali (1), dei nuovi servizi igienici, dei piani di lavaggio, il riordino della rete fognaria e l'asfaltatura di tutti gli spazi interni.
L’ultimo ampliamento vede l’acquisto di nuove aree, sul finire degli anni 80 del 900, da Maria Antonietta Maggi e Giuliano Terzi.
Questi dettero all’area l'attuale aspetto e conformazione.