Uno dei luoghi più amati dai Palermitani è la Grotta di Santa Rosalia, trasformata nel Santuario, luogo di culto della Santa dal 1625. Qui si sarebbe rifugiata in preghiera la Santa, vissuta in epoca medievale, all’età dei Normanni. Dentro questa grotta, grazie alla visione di una donna, nel 1624 furono ritrovate le sue ossa, oggi conservate alla Cattedrale di Palermo. Grazie proprio alle reliquie della Santa, portate in processione l’anno seguente, la terribile pestilenza che flagellava la popolazione ebbe miracolosamente termine. Questo è un luogo di antica presenza umana, fin dalla preistoria. Figuratevi che anche il cosiddetto “Rosario di Santa Rosalia”, oggi racchiuso in un ostensorio ed esposto presso il tesoro della Cattedrale di Palermo, sembra essere formato da pendenti di una collana in calcite dell’Età del Rame, relativa ad una sepoltura preistorica. Il cosiddetto vestibolo all’aperto dell’attuale grotta-santuario di S. Rosalia, secondo alcuni studiosi fu un luogo di culto punico; in età bizantina potrebbe esservi stata una chiesa dedicata alla Madonna. Ma questi luoghi hanno riservato altre sorprese agli archeologi: le tracce di un insediamento, forse a carattere religioso, era attestato ad Est nelle adiacenze della Grotta di S. Rosalia: qui nel 1958 fu trovato un ricco tesoro di monete puniche (decadrammi e tagli minori), associate ad oreficerie di età ellenistica. In località Piano della Grotta nei primi anni ‘90 del secolo scorso è stato scavato un insediamento che ebbe una lunga durata di vita, per circa 7 o 8 secoli, dal III sec. a.C. alla tarda età imperiale (IV-V sec. d.C.), fra 2200 e 1400 anni fa circa.
La voce narrante di questa scheda è di Roberta Bonfanti