Grotte
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In questa scheda vi parlerò di un piccolo paese in provincia di Agrigento.
Le origini di Grotte, a parere di diversi storici, risalgono all'antica "Erbesso", città sicula, colonizzata dai greci dopo il secolo VIII a.C., circa 2700 anni fa.
Il nome "Erbesso" sembra derivare dal greco "érebos", che significa "oscurità sotterranea", oppure da "Here-bos", che invece vuol dire grotte dei buoi.
Sappiamo dal racconto delle fonti storiche, che, durante la prima guerra punica Erbesso fu utilizzata dai Romani, impegnati nell'assedio di Agrigento del 262 a.C. quale centro di raccolta dei viveri e rifornimenti per l'esercito. Non sappiamo poi molto altro.
Certamente Grotte fu territorio feudale in epoca medievale e varie famiglie nobiliari, nel corso dei secoli, si alternarono nel possesso del feudo di Grotte: i Sanches, i Ventimiglia, i Montaperto, i Castrogiovanni.
Nel 1548 il paese contava 350 abitanti e già nel 1584 era strutturato in otto quartieri: San Rocco, Santa Venera, San Vincenzo, San Nicola, San Francesco, la Piazza, la Grazia, e Santa Maria del Carmelo.
Il Re Filippo IV, nel 1648, innalzò il feudo di Grotte agli onori di Ducato, che in seguito passò a Vincenzo La Grua Talamanca. Il Duca si fece costruire il proprio palazzo nella zona dell'attuale Piazza Marconi, ma purtroppo non ne rimane traccia.
Nel 1688 il Principe di Carini eresse la parrocchia Matrice di Grotte nella Chiesa di Santa Maria dell’Itria, sotto il titolo di Santa Venera Vergine e Martire. Nel fondarla, si riservò nell'atto costitutivo, il diritto di patronato sulla scelta del rettore.
Nello stesso periodo esistevano a Grotte altre due chiesette di Campagna: San Nicola e San Giuseppe. L’ultimo ad esercitare il diritto feudale su Grotte fu Vincenzo La Grua Gioeni, fino al 1812, quando si eliminò ogni diritto feudale.
Dovete sapere che Grotte nella prima metà del 1800 fu un importante centro per la lavorazione dello zolfo. Infatti, tra il 1830 e il 1840 vennero aperte nel suo territorio ben 13 miniere di zolfo, che impiegavano una notevole quantità di manodopera.
A quel tempo il paese contava circa 4500 abitanti. Il paese, che sino ad allora aveva avuto una espansione edilizia in senso verticale, cambiò fisionomia, iniziando ad espandersi lungo la provinciale. A quel punto quella strada divenne il corso principale, nonché centro dell'abitato.
Come potrete immaginare, la costruzione di questa arteria modificò irreparabilmente alcune caratteristiche di Grotte; venne infatti abbattuto quello che rimaneva del palazzo ducale sito accanto alla chiesa Madre, nell'attuale piazza Marconi e venne divisa in due la salita del Calvario che in origine partiva dalla "Fontana”.
Poi, verso il 1895, molte miniere di zolfo vennero chiuse perché ritenute poco competitive sul mercato e molti minatori rimasero senza lavoro. La già debole economia del paese fu ridotta sul lastrico dal primo conflitto mondiale, che privò Grotte delle risorse umane. Tant'è che, in ricordo dei numerosi caduti al termine della guerra fu eretto in piazza Umberto I un "Monumento ai Caduti".
A distruggere la fragile ripresa economica arrivò poi, tra il 1940 e il 1945, il Secondo conflitto mondiale.
Poi, pian piano, soprattutto a partire dagli anni '50 del secolo scorso, il paese iniziò a riprendersi e a modernizzarsi.
Da un punto di vista culturale un anno importante è il 1980, quando venne istituito il premio letterario "Racalmare", presieduto dallo scrittore Leonardo Sciascia.

Tra le festività più importanti, vi segnalo la festa di Pasqua, che si svolge secondo un antico rituale avendo come protagonisti personaggi in costume d'epoca che mettono in scena i momenti più significativi della passione e morte di Gesù Cristo.

Se volete assaggiare una specialità di Grotte, questa è "la mpignulata", secondo la tradizione si preparano in occasione del 14 novembre, festa di San Martino, da gustare insieme al vino "nuovo".

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