Hotel de Londres, piazza di Spagna
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Eccoci di fronte alla residenza del Conte di Montecristo, un edificio che un tempo ospitava un albergo: l'Hotel di Londra

Il Conte di Montecristo vi occupò quasi tutto il secondo piano.

Fu qui che Franz e Albert incontrarono per la prima volta il conte di Montecristo faccia a faccia.

Franz e Albert erano venuti a Roma per godersi il carnevale.

 

Ora, siccome non è piccola cosa l'andare di carnevale a Roma, essi scrissero a Pastrini proprietario dell'albergo Londra in piazza di Spagna per pregarlo di serbar loro un comodo appartamento. Pastrini rispose che non aveva più che due camere ed un locale al secondo piano, che lo offriva loro mediante la modica spesa di un luigi al giorno.

 

L'appartamento fissato si componeva di due piccole stanze e di un soggiorno. Le due camere davano sulla strada, particolarità che Pastrini fece valere come aggiungesse un merito inapprezzabile. Il rimanente del piano era dato in fitto al Conte di Montecristo.

 

"Sapete" disse l'albergatore, "che il conte di Montecristo abita su questo medesimo piano?"

"Credo bene che lo sappiamo" disse Alberto, "poiché è per lui che siamo alloggiati come due studenti della rue Saint-Nicolas du Chardonnet."

"Ebbene, egli sa del vostro imbarazzo, e vi offre due posti nella sua carrozza, e due posti alle sue finestre del palazzo Ruspoli."

 

Franz e Albert andarono dal conte, nei suoi appartamenti d'albergo:

Il domestico s'inchinò e fece loro segno di entrare. Essi attraversarono due camere ammobiliate con un lusso che non credevano ritrovare nell'albergo di Pastrini, e furono introdotti in un salotto di una perfetta eleganza. Un tappeto di Turchia era steso sul pavimento, e i mobili più comodi offrivano i loro cuscini imbottiti e presentavano gli schienali inclinati indietro. Magnifici quadri di pennello maestro frammezzati da trofei di splendidissime armi, erano appesi alle pareti, e ricche portiere di trapunto pendevano davanti a tutte le aperture.

"Se le Loro Eccellenze vogliono sedersi" disse il domestico, "vado ad avvisare il signor conte." E disparve da una porta. Al momento in cui questa si aprì, il suono di una "guzla" giunse fino ai due amici ma si estinse subito, la porta, rinchiusa quasi nello stesso momento, non aveva lasciato passare nel salone che, per così dire, un soffio d'armonia. Franz ed Alberto si scambiarono uno sguardo, e tornarono a volgere la loro attenzione sui mobili, sui quadri e sulle armi. A questa seconda ispezione tutto sembrò ancor più magnifico che alla prima.

Poi fu alzata una portiera che lasciò passare il proprietario di tutte queste ricchezze, il Conte di Montecristo.

 

 

Musica

Scheherazade, di Rimski-Korsakov

Il Carnevale romano (Le Carnaval romain), di Berlioz

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Association des Amis d'Alexandre Dumas

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