Se si parla del Castello di Gangi non si può non far riferimento ai Valguarnera: dovete sapere che quella dei Valguarnera è una nobile famiglia che vanta origini talmente antiche da risalire persino al 500 d.C,., al VI secolo! Secondo la leggenda, risalirebbero fin dai re goti di Spagna e da Guarnero, principe de Las Ampurias nonchè fondatore della Casa Valguarnera.
Dopo secoli nella nobiltà catalana, verso la fine del 1200, un ramo della famiglia giunse in Sicilia al seguito di Pietro d'Aragona, che diede loro i feudi di Godrano, Vicari e Vallelunga. Da quel momento in poi, grazie a fortunate coincidenze politiche, la loro ascesa sociale non conoscerà battute d'arresto.
Il Castello di Gangi si affaccia su Piazza Valguarnera: questo spazio, comune con la Chiesa del Monte, prende appunto il nome dagli ultimi principi che possedettero il Castello.
Ritornando alle "tracce" che hanno lasciato i Valguarnera in Sicilia, sapete qual è il più bel palazzo che questa nobile famiglia costruì? Si tratta del Palazzo Valguarnera-Gangi a Palermo....avete presente le scene del ballo nel celebre film il Gattopardo di Luchino Visconti? Vi siete mai chiesti dove potesse esistere una villa tanto sfarzosa? Ebbene, è proprio il Palazzo Valguarnera-Gangi!
Il palazzo è una delle più importanti dimore nobiliari della Sicilia per il suo altissimo valore artistico, anche se è molto più noto al grande pubblico proprio come set cinematografico!
Di origine probabilmente cinquecentesca, l'attuale aspetto del palazzo è il risultato di un importante opera di ristrutturazione voluta nella seconda metà del Settecento dal principe Pietro Valguarnera.
Attraverso matrimoni opportunamente combinati, i Valguarnera acquisirono prima il principato di Gangi, risiedendo così nel nostro Castello, e successivamente quello di Gravina, così da ottenere ulteriore prestigio: si pensi infatti che la proprietà terriera del principe di Valguarnera, Gangi e Gravina e conte d'Assoro si estendeva su una superficie di gran lunga superiore ai 32mila ettari. Ma quello che vi lascerà a bocca aperta sono i numeri del personale alle loro dipendenze: erano ben diciotto le persone alle dipendenze dirette del principe, impiegate come servitù, ma, pensate un po', i vassalli che occupavano le sue terre e lavoravano per lui erano pìù di diecimila!
Testo e voce narrante: Claudio Di Gangi