Questa è la storia di tanti secoli fa, quando a Palermo vennero celebrate le nozze tra Rinaldo d’Avenel, fiero cavaliere del re, e la bellissima Adelasia, sorella del principe Ruggero Maccabeo e nipote del Gran Conte Ruggero il Normanno, il conquistatore della Sicilia.
In occasione delle nozze, Ruggero Maccabeo donò alla sorella il Castello di Pietrarossa.
Dopo il matrimonio, i due giovani sposi Rinaldo e Adelasia raggiunsero Ruggero per abitare in questa fortezza, che li avrebbe tenuti al sicuro.
Le settimane e i mesi si susseguirono, la vita a corte trascorreva tranquilla e felice, ma quando giunse l’autunno i due giovani sposi dovettero lasciare l’alto e possente castello sulla valle del Salso. Rinaldo, essendo cavaliere del re, non poteva stare troppo tempo lontano dalla corte e Adelasia fu costretta a seguirlo.
Anni dopo Rinaldo, stanco per il peso dell’età e per le tante battaglie combattute, morì tra le braccia della moglie Adelasia e del loro unico figlio, Adam.
Pochi giorni dopo il lutto, un messaggero del re li informò che i nemici erano alle porte e Adam, ormai giovane e forte, fu costretto a partire per la guerra. Adelasia allora decise di tornare a Caltanissetta, nel castello che l'aveva vista così felice, e lì aspettare il ritorno del figlio, circondata dall’affetto delle ancelle e degli abitanti della città.
Ecco che un giorno, però, arrivò al castello un messaggero che non portava con sé buone notizie: il figlio della principessa era morto in battaglia.
Pochi giorni dopo Adelasia, straziata dal dolore, morì nel suo letto, tra i pianti delle ancelle. Era l’anno 1151.
Le dame e le ancelle ebbero pietà della loro signora e, per l'ultimo viaggio, quello eterno, l'avevano vestita con l'abito di velluto verde che aveva indossato per le nozze, ponendole la corona in testa. Così, con la morte nel cuore, la seppellirono nella cappella del Castello.
Dopo circa 400 anni il castello di Pietrarossa crollò, ma tra le rovine venne recuperato il sepolcro di Adelasia; gli abitanti di Caltanissetta le vollero dare una nuova sepoltura e così la trasportarono in un’altra chiesa. Da allora si dice che il fantasma di Adelasia si aggiri tra le rovine del castello piangendo il suo dolore. E le antiche pietre ripetono all’infinito il suo lamento.
Testo e voce narrante di: LUDOVICA ERIKA PISA