Oltre il laghetto Squarà e la siepe che costeggia il sentiero si sviluppa il giardino degli Scaligeri dove scorrono e si intrecciano i giochi d’acqua che allietavano le giornate di villeggiatura e le feste dei Signori di Verona e i loro ospiti, affascinati dalle risorgive e dai caratteristici sentieri d’acqua che muovevano le ruote degli antichi mulini in una cornice di broli lussureggianti e antiche e signorili dimore. Queste immagini bucoliche rivivono nei versi di Giovanni Boccaccio e Matteo Bandello. Anche Francesco Corna da Soncino descrive così all’inizio del ‘400 il giardino:
“E poi vi son da doman più riviere
Montorio sopra il poggio e a la piana
sono le ville, dretto a le costére.
Sotto Olivetto nasce una fontana
dove son purghi, molini e cartére
et évi anche peschére de acque vive
intorno a li edifici e a le sortive”.
E ancora Adriano Grandi nella sua opera “Le bellezze di Verona” del 1617 scrive:
“Vedrem Montorio d’ogni gratia adorno,
Che vince gli Horti Aesperidi, e coi doni
Visita la città di giorno in giorno;
E non sol d’Uve, Persiche e Meloni,
O simil frutti dilettosi al gusto,
Ma Temoli, Truttelle e Maiaroni.
Ceda Frascati e la Villa d’Augusto
A questo nobil loco a noi vicino,
Ond’escon fonti, e fiumi in spatio angusto”.