Il lago dei cigni
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La prima delle tre distinte zone di espansione del giardino è occupata quasi interamente da uno stagno artificiale, il “lago dei cigni”: la famiglia Tasca, per tradizione, si è sempre impegnata ad ivi curare due cigni di sesso opposto, elevandoli a simboli della stessa famiglia; non è possibile percepirne l’intera estensione del lago, le rive sono un susseguirsi di seni, l’immissario è nascosto e una lingua di terra - sulla quale oggi sorge un poderoso ficus - unita alla sponda da un piccolo istmo, allude impropriamente al tema romantico dell’isola dei morti.

Completano l’ambiente: un sedile emiciclico in marmo, con zampe leonine, che funge da belvedere segreto sul lago, di cui una copia identica è posizionata nel parco pubblico di Weimar e realizzata da Steiner negli anni Novanta del Settecento; una montagnola con grotta, dal quale sgorga la cascata che alimenta lo specchio d’acqua, sormontata da un tempietto-belvedere circolare dell’Arch. F. Palazzotto.

Sull’isola dello stagno, raggiungibile altresì con una piccola barca, una colonna circondata - in origine - da cipressi simboleggia gli ideali di libertà e di riscatto nazionale propri del conte Tasca; la colonna (oggi rimossa) è riferibile al tema caro alla cultura romantica della Croce dei Vespri, ma sembra anche alludere alla tomba di Rousseau e al suo sentimento della natura. Una copia della stessa colonna venne realizzata, sempre da Marcantonio Fichera, nell’attuale piazza Sant’Anna.

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