Il cosiddetto “lago” di Pagliara, ancora parzialmente visibile intorno agli anni ’30 del Novecento, è in realtà un valico, dal quale è possibile proseguire in diverse direzioni, in quanto importante snodo escursionistico di sentieri come il Sentiero Italia e quello dei Quattro Vadi, ed itinerari che conducono al Monte Prena ed al Vado Ferruccio.
Forse proprio in virtù di questa posizione, a 852 m. di altezza, è da sempre considerato un luogo importante dalle comunità dei paesi circostanti, che vi si riversano la domenica successiva alla festività di Pasqua per trascorrervi tutta la giornata.
La sella, dotata di moduli che permettono di consumare un pic-nic in tutta tranquillità, è raggiungibile anche da Castelli, ma attraverso una strada in cattive condizioni, attualmente non percorribile.
Del piccolo paleo lago di Pagliara resta ormai solo la folta vegetazione tipica degli ambienti lacustri, mentre sono ancora numerose le risorgive del versante nord-est del Gran Sasso, le cui acque consentono di alimentare un grande acquedotto.
Da qui parte anche il sentiero che sale sul colle. Il sentiero sale dolcemente tra i campi a mezza costa, poi ridiscende, aggira un crinale, quello di Colle Petruccio, e arriva a una biforcazione. Da lì bisogna tenere la sinistra, e salire più decisamente in direzione degli spuntoni rocciosi. Un breve tratto nel bosco vi condurrà ad una sella da cui è possibile tornare a vedere il Corno Grande.
Poi si continua svoltando a destra, e costeggiando una parete a strapiombo si continua a salire in diagonale, fino a raggiungere i ruderi del castello di Pagliara e l'omonima chiesetta.
La risalita, che è possibile anche a cavallo o in montain bike, è oggi tornata di facile percorrenza grazie aI lavoro di recupero dei sentieri curato dai migranti ospiti del Centro di Assistenza Straordinaria di Isola del Gran Sasso, gestito dall’associazione Salam, nell’ambito del progetto di accoglienza integrata e valorizzazione del territorio “Radici Culturali”.
