Tra i comuni di Bagheria e Santa Flavia, si trova Monte Catalfano. Alto 376 metri sul livello del mare, è una montagna di rocce calcaree, caratterizzata da facciate ripide e rocciose oltre che da numerose grotte chiamate zubbi. Tra i più importanti troviamo lo Zubbio di Cozzo San Pietro, la Grotta dell’Eremita e la Grotta di Cala dell’Osta.
Il monte possiede numerosi ingressi ed è visitabile e aperto al pubblico durante tutto l’arco dell’anno con numerosi percorsi e sentieri oltre che un area attrezzata libera. E' raggiungibile non solo a piedi ma anche via auto fino a metà tragitto. I numerosi sentieri rendono l’area particolarmente suggestiva e paesaggistica: durante i vari percorsi, ma soprattutto in cima (la vetta in direzione nord presenta uno spettacolare ma pericoloso strapiombo che raggiunge i 200 metri), visuali spettacolari accompagneranno giochi di colori stupendi tra il verde degli alberi, la vegetazione tipica della macchia mediterranea (sono molto diffuse alcune specie di orchidee) e il blu del mare. Potrete scorgere il mar Tirreno verso nord con lo splendido Capo Zafferano e il territorio di Mongerbino ai vostri piedi, la città di Palermo con il suo relativo golfo verso ovest, verso sud la vista di Bagheria dall’alto con i monti della provincia come sfondo, mentre verso est sarà possibile osservare il borgo marino di Porticello e svariati paesi che si affacciano sul mare lungo il golfo di Termini Imerese, oltre che una visuale dall’alto di Solunto.
Monte Catalfano ci racconta una storia millenaria sia dal punto di vista umano che naturalistico. Accanto ai resti di insediamenti di antiche civiltà risalenti al IV secolo a.c., nelle numerose grotte sono stati rinvenuti parti di scheletri di animali preistorici, conservati presso il Museo Paleontologico Gemellaro di Palermo. Probabilmente le grotte, in epoca preistorica, sono state frequentate anche dall'uomo come si evince dalla presenza all'interno di dipinti raffiguranti figure antropomorfe.
Gli ambienti rocciosi con pareti e falesie sono l'habitat per molti rapaci che utilizzano questi ambienti per la caccia, la riproduzione e la nidificazione: il falco pellegrino, il gheppio, la poiana, il piccone selvatico, la tortora dal collare ed il cardellino sono le specie animali più diffuse.
Sulle rocce più inaccessibili dove raramente è arrivata la mano dell’uomo si è conservata la vegetazione che maggiormente rappresenta l’aspetto originario del luogo: l'Iberide semprevivo, la Stellina di Sicilia e numerose specie di orchidee popolano i sentieri lungo i quali è possibile effettuare meravigliose escursioni.