Il Santuario della Madonna dell'Aiuto
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Nel 1923 tre fanciulli di Roccafiorita, Carmelo ed Alessandro Occhino  fratelli e Filippo Occhino,loro cugino si trovavano alla fiera di San Pietro. Curiosando, con gli occhi radiosi di felicità, videro sopra una tenda,distesa sulla sabbia del torrente, una statuetta della Madonna col Bambino. Restarono incantati. Avrebbero voluto comprarla ma non avevano denaro sufficiente. Fecero ricorso alla loro mamma, Carmela Occhino,per avere 5 lire ciascuno. Era duro per la povera donna donare ai figli la metà del prezzo di una pecora venduta ma lo fece. La statua avvolta in un panno, fu portata con grande gioia a Roccafiorita. Ed ora cosa fare? I bimbi costruirono un’edicola nel muro della casa dell’Arciprete, la Madonna riceveva omaggi e preghiere dai pellegrini,che andavano al Santuario  della Catena . Scoppiata la Seconda Guerra Mondiale, Carmelo Occhino fu richiamato alle armi in aviazione, divenendo Sergente Maggiore. In un giorno tragico del 1942, durante duri combattimenti si trovò circondato da fuochi incrociati, con tutto l’ardore della sua fede invocò :“Madonna dell’Aiuto aiutatemi voi! “ immediatamente cessò il bombardamento. Nel 1943 egli era di stanza a Roma e in ricordo  della sua prodigiosa salvezza, con il contributo dei combattenti  concittadini ed amici, fece eseguire la statua della Madonna dell’Aiuto. Prima di farla spedire a Roccafiorita, riuscì a farla trasportare in Vaticano, dove rimase 3 giorni. Il 2 marzo 1943 il Papa Pio XII si soffermò a contemplare la bellissima immagine e la benedisse. Ed ora si presentava il problema della spedizione della statua. Era il periodo più critico della guerra. Pochi e malsicuri erano i treni che viaggiavano  sotto la minaccia incombente dei mitragliamenti e dei bombardamenti. Carmelo riuscì a spedire la statua in una cassa, sul suo stesso treno che attraversava incolume lo stretto di Messina e raggiungeva Santa Teresa di Riva. L' Agrò era in piena per le piogge e la cassa fu dirottata per Letojanni. Attraverso Melia e Mongiuffi avrebbe dovuto raggiungere Roccafiorita. Ma al bivio di Mongiuffi era già buio e seguitava a piovere. Il cavallo che trascinava il carretto  imboccò la strada per Gallodoro. La notizia di quell’arrivo si diffuse nel paese e anche il parroco Don Carmelo Ridolfi ne venne a conoscenza. Non sapeva rassegnarsi all’idea che la Madonna benedetta dal Papa, fosse ospitata in un fienile mentre c’era la chiesa. E così fu trasferita alla casa parrocchiale. L’indomani suonarono a festa le campane. La chiesa era piena di fedeli. Il parroco salì sul pulpito e tenne un discorso  così commovente da strappare a tutti i presenti le lacrime. Subito dopo si ordinò la processione. In testa il parroco.  Dietro, il Simulacro portato a spalla. E per il vecchio sentiero malagevole e tortuoso, recitando il Rosario raggiunse Roccafiorita. Era il 23 marzo 1943. Intanto Giuseppe Manuli, reduce sofferente della Seconda Guerra Mondiale,propose che, terminata la guerra, si sarebbe dovuta portare la Madonna su Monte Kalfa. Era l’anno 1944.  Si era discusso, prima della proposta del Manuli,  sulla località da scegliersi per il nuovo Santuario. Chi voleva sorgesse in contrada Serro,  chi al Serro Nugarese, chi sulla Rocca di San .Giovanni,chi su Monte Kalfa. Per quest’ultima scelta si presentava  la difficoltà della strada di accesso. Prevalse la scelta di Monte Kalfa,  e furono designati per la esecuzione del progetto di lavoro Occhino Carmelo fu Carmelo,  Manuli Giuseppe fu Carmelo, Saglimbeni Filippo fu Domenico e Lombardo Carmelo fu Giuseppe.  Si lavorò intensamente per tracciare la strada mulattiera, strettamente transitabile. Il 29 aprile 1945 finiva la guerra. Il 24 maggio successivo, sacro a Maria dell’Aiuto, la Madonna salì con grande concorso di pellegrini di Roccafiorita, Limina, Gallodoro, Mongiuffi Melia e Antillo sul  Monte. La Madonna fu posta su una roccia spianata, che fu altare,su cui don Carmelo Occhino, vi celebrò la Messa.  Così la Montagna riceveva  il crisma della sacralità. Per cui se la Val di Chiodaro è la Valle Santa per la Madonna della Catena, la Rocca di Kalfa,dal 1945 è la Santa Montagna per il titolo dell’Aiuto. In occasione della prima salita della Madonna sul Monte Kalfa, a qualche sacerdote venne in mente la salita di Maria ad Ain Karim, sui monti di Giuda:Si mise in viaggio in tutta fretta verso la montagna>>. Frattanto Carmelo Occhino scrive  a suo fratello Alessandro negli Stati Uniti sollecitandolo a raccogliere denaro quanto  più può per la costruzione del Santuario.  E Alessandro si mette all’opera, donando  il suo valido contributo e facendo una prima colletta tra concittadini ed amici. Può spedire così le prime centomila lire. Il venerdì, 25 agosto dello stesso anno,  si portò la Madonna dalla Parrocchia  alla Montagna. Si partì da Roccafiorita alle 8.30. Alle 10 si era al Santuario che veniva benedetto ed inaugurato dall’Arciprete di Lìmina, Don Filippo Occhino, delegato per l’Occasione dalla Curia Arcivescovile di Messina.

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