Ja'far emiro della pace, il Castello di Maredolce
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Situato alle porte di Palermo, alle pendici del Monte Grifone, si staglia alto e maestoso Il Castello di Maredolce, anche noto come Castello della Favara.

In mano ai Normanni e gli Svevi fu ampliato e trasformato in fortezza cinta da mura, ma all’interno era un luogo meraviglioso, con giardino e perfino un laghetto-peschiera alimentato da una ricca fonte. Dovete sapere, infatti, che l’edificio, come ancora può vedersi, era circondato per tre lati dall’acqua di un lago artificiale: fu proprio per le sue grandi dimensioni che prese il nome di “Maredolce”, essendo d'acqua dolce!

Oggi il lago è quasi scomparso, per via delle costruzioni che lo circondano.
Dovete sapere che questo luogo, con il Castello, il lago e il giardino, nacque nel periodo arabo tra il 998 ed il 1019, durante il governo dell’emiro Ja'far al-Kalbi II. Ja'far apparteneva alla dinastia islamica sciita-ismailita dei Kalbiti, che regnavano in Sicilia, e successe al padre che, malato, gli cedette il potere.

Questa figura, ormai quasi dimenticata se non per il nome che si è dato a una strada che conduce al mare, merita di essere ricordata, perché fu una figura davvero singolare!

Durante il suo regno la nostra amata Sicilia raggiunse l'apice del suo benessere: si rafforzò la sua potenza militare, ci fu un grande benessere economico ed iniziò a splendere nel campo delle arti e della letteratura, al punto da essere celebrata da tutti i viaggiatori dell'epoca e Palermo decantata come il Paradiso sulla terra!

Non immaginatevi un Saraceno armato di spada che tagliava teste a più non posso! Ja'far fu tutt'altro che questo!

Il grande emiro era invece un amante della pace, preferì la vita agiata ai disagi delle spedizioni militari e trascorreva il suo tempo nell'ozio e nel benessere del suo Parco della Favara, circondandosi di poeti, artisti, musici e letterati! E come potremmo dargli torto!
                                                 
Eppure, l'autorità dell'emiro Jaʿfar fu contestata nel 1015 da suo fratello Alī, che raccolse un esercito di schiavi berberi e africani di colore, cercando di rovesciarlo. Il suo tentativo fallí e fu catturato e giustiziato. Beh, direte, ma non era amante della pace? Che volete, si usava così all'epoca se ti tradiva qualcuno, figuriamoci un fratello!

Quattro anni dopo, Palermo si rivoltò contro i Kalbiti.
Il vecchio emiro Yūsuf, il padre di Ja'far, che aveva rinunciato nel 998 al potere in seguito a una malattia che lo aveva reso infermo, si dimise per affidare il governo all'altro figlio Aḥmad, fratello di Jaʿfar. L'uomo pacifico non poteva sedare una così grande rivolta!
Ebbene, così ebbe fine il governo illuminato di questo grande e pacifico Emiro! 

 

Voce narrante Lucrezia Vento

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