La scultura di Aretusa e Alfeo. Il Mito dell'eterno Amore
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Ed eccoci presso la Fontana legata al Mito che ne fa un simbolo per tutti gli innamorati, dei siracusani e dei turisti.
Da qui si può ammirare il tramonto definito dallo scrittore latino Cicerone come la settima meraviglia del mondo. La statua in bronzo, che possiamo ammirare, è stata donata alla città dall'artista Biagio Poidimani nel 1992. La sistemazione attuale della fontana è dovuta all'ultimo restauro del 1843.

Guardando di fronte a noi, scorgiamo le spiagge presso cui sfocia il fiume Ciane: fu da lì che il fondatore di Siracusa, Archia arrivato qui dalla lontana città greca di Corinto, scorse e si diresse verso il florido e ricco di sorgenti isolotto di Ortigia, ove le acque di quella che ora è una fontana, zampillavano inspiegabilmente.
Dovete sapere che in realtà l'acqua di diverse fontane, ricadenti dentro l'isolotto di Ortigia, proviene dalla fonte Ciane, attraversando il Porto Grande di Siracusa, sotto un poderoso strato di argilla, fino a riaffiorare con molte risorgive.
I Greci raccontavano che quando ad Olimpia si sacrificava un toro, le acque della fontana di Siracusa si tingevano di rosso, talmente sentivano il legame con la madre patria! e questo si evince proprio dal Mito di Aretusa ed Alfeo.

Giunti per la maggior parte soli uomini, sentirono il bisogno di giustificare con il mito di Aretusa la discendenza da una vergine greca.

lo stesso sentimento che vede derivare il nome Siracusa dalle due figlie di Archia, Syra e Akousa. 

Aretusa era fra le le Ninfe preferite della Dea della caccia Artemide. Pudica e riservata sarebbe arrossita a cospetto di un uomo. Un giorno, uno di quei giorni caldi che le ancelle trascorrevano con la Dea raccogliendo fiori nel bosco, Aretusa accaldata si spogliò e si immerse nelle fresche acque del fiume.  

Era sola eppure si sentiva osservata, sentiva nelle acque come un vortice... difatti era Alfeo, il fiume che arrivava sin lì dalla lontana città di Olimpia e che vedendola se ne innamorò perdutamente! Trasformatosi in uno splendido giovane biondo, Alfeo le si mostrò bramoso di possederla. Fuggì spaventata, la nostra Aretusa, uscì e corse via nuda e gocciolante... sapeva di essere inseguita, sapeva che non avrebbe resistito a lungo, che Alfeo non avrebbe desistito.

Allora decise di rivolgersi a Artemide chiedendole di trasformarla in fonte, una fonte lontana. Diana (come la chiamavano i romani) la avvolse in una nube bianca per renderla invisibile e magicamente la trasferì a Siracusa come fonte.

Gli Dei però ebbero pena della inconsolabile sofferenza di Alfeo e Zeus in persona gli disse dove andare. Da allora vivono qui uniti e felici per sempre.

 

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