La Sibilla Delfica venne affrescata da Michelangelo Buonarroti nel 1508-1510 circa, fa parte della decorazione della volta della Cappella Sistina, nei Musei Vaticani a Roma, commissionata da Giulio II. La Sibilla Delfica è una delle figure più affascinanti, basta entrare nella Cappella Sistina e guardare in alto: la sua presenza scenica non passa inosservata. Si pensa che la Sibilla Delfica potesse essere una profetessa che dimorava presso il santuario di Delfi, ed era chiamata Pizia; lei, posseduta dal dio Apollo, prevedeva il futuro.
La Delfica appartiene alla serie delle raffigurazioni dei Veggenti posti su ampi ed architettonici troni. Ogni veggente, rappresentato su un ampio scranno marmoreo, ha vicino a sé due giovani assistenti. Il loro nome è scritto su tabelle, sorrette da un bambino, sotto la base del trono. La Sibilla Delfica appare in tre quarti, con il volto frontale, mentre tiene un lungo foglio srotolato con la mano sinistra. Spicca l’intensa luminosità, proveniente da sinistra, che colpisce molto efficacemente il viso ed il panneggio della veggente. Lo sguardo di essa, con un’espressione dolce, ma anche di sorpresa, potrebbe significare la conferma della profezia che prevede l’avvento del Signore.
La figura ha un efficace dinamismo soprattutto nella torsione. Ad amplificare tale dinamicità sono le movimentate volute del mantello (in tonalità azzurrina e rossastra nella fodera), e le pieghe della tunica di un colore verde chiaro tendente al giallo. Sul volto della veggente sono ancora visibili le tracce ortogonali dell’incisione per la realizzazione del disegno della testa. Dietro la Delfica, sulla sinistra, appaiono i due giovani assistenti: quello raffigurato a tergo mentre tiene e legge il libro, l’altro che lo aiuta a sostenere il pesante volume.