Il castello di Randazzo si sviluppò intorno alla Torre Mastra. Sappiamo che era già esistente nel 1210: qui, infatti, fu ospitato con tutti gli onori l'uomo più importante, allora, di tutto l'Occidente Cristiano, l'imperatore Federico II di Svevia! Federico era giunto qui, insieme alla moglie Costanza, a causa di una violenta pestilenza, che aveva costretto i sovrani a lasciare Palermo.
L'imperatore rimase così colpito dal luogo da renderlo una residenza reale e una base fondamentale di difesa, rafforzando anche le mura con otto torri.
Ma il Castello di Randazzo non fu sempre un luogo di imperatori e imperatrici! Conobbe pure la tristezza e il dolore..
Nella seconda metà del 1500, infatti, il castello fu adibito a carcere. Fu sede del Giustiziere del Valdemone, diventando così luogo di detenzione di prigionieri e condannati a morte.
I suoi sotterranei vennero trasformati in angoscianti camere di tortura, camere buie dove i condannati venivano calati con l'ausilio di carrucole o addirittura sepolti vivi. In altri ambienti, che ancora oggi potete visitare, vennero realizzate delle cellette cosiddette "a forno" dentro le quali non era possibile stare in posizione eretta o distesi. Immaginate i prigionieri, costretti a stare sempre rannicchiati, senza cibo né acqua, aspettando inermi la propria condanna a morte!
Le teste mozzate dei condannati a morte venivano poi esposte in un gabbione appeso al torrione di ponente. Fu così che il Castello divenne una delle prigioni più spaventose di tutto il Valdemone.
Per fortuna i secoli non passano inutilmente e al Castello di Randazzo si è data una nuova destinazione! Oggi infatti il castello è stato restaurato e trasformato in un centro culturale permanente: ospita mostre e una collezione di Pupi siciliani e, dal 1998, è divenuto anche sede del Museo Archeologico Paolo Vagliasindi.
Ma nelle notti buie e tempestose, chissà se vaga qualche spirito di qualche prigioniero, condannato a vagare in eterno alla ricerca di riposo....
Testo e voce narrante di Anita Mariapia Sgrò