L'Arco di Costantino
Overview
Reviews 0

Eccoti davanti all’Arco di Costantino, il più grande e meglio conservato di tutti gli archi dedicati agli imperatori a Roma. Sebbene sorgesse lungo la via dei trionfi, proprio nel punto di snodo dove la processione svoltava verso il Foro; questo arco, come scoprirai presto, è legato alla fine di questi rituali così come li conoscevano i romani. Si tratta di monumento onorario dedicato all’imperatore dal Senato e dal popolo romano, in occasione del decimo anniversario del suo impero e in memoria della storica battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C. La battaglia di Ponte Milvio vide la vittoria di Costantino sul suo acerrimo antagonista Massenzio, e segnò non solo la fine di un’aspra lotta per il potere, ma soprattutto la nascita di una nuova era per l’Impero e per tutto il mondo occidentale. Appena sopra le aperture laterali dell’arco, trovi scolpito un fregio che narra alcuni dei momenti più significativi della guerra contro Massenzio e della celebrazione della vittoria di Costantino a Roma. Le dure battaglie sono qui raccontate in tutta la loro crudeltà e ferocia: dall’assedio delle mura della città di Verona, dove era accampata parte dell’esercito di Massenzio, fino allo scontro decisivo sul Ponte Milvio. Fu  un vero massacro per gli uomini di Massenzio, molti tra i suoi soldati annegarono nel Tevere intrappolati nelle pesanti armature. Nota la scena di ingresso di Costantino a Roma. Potrebbe sembrarti quella di un trionfo.  C’è infatti un imperator su un carro, seguito dall’esercito in marcia per le strade della città. Ma non farti ingannare… Quella che stai guardando, in realtà è, la rappresentazione del primo “non trionfo” della storia di Roma. Costantino infatti, dopo essere entrato vittorioso in città, si rifiutò di salire in Campidoglio e di compiere il sacrificio sull’altare di Giove, rompendo così una tradizione millenaria.  Dai ora un’occhiata agli altri rilievi. Molti tra questi furono prelevati da monumenti di imperatori precedenti. Si andò al risparmio perché già anni prima dell’avvento sul trono di Costantino, l’impero attraversò una grave crisi economica. Costantino scelse sapientemente i pezzi per il suo collage. Riutilizzò i marmi dei monumenti di tre grandi protagonisti dell’età d’oro dell’Impero; Traiano, Adriano e Marco Aurelio, secondo un chiaro disegno propagandistico, volto a rappresentarlo come loro degno erede. Di Traiano si serbava memoria delle grandi conquiste, e della costruzione delle magnifiche opere pubbliche; del successore, vale a dire Adriano, il lungo periodo di pace e di stabilità. L’impero di Marco Aurelio, venuto una trentina d’anni dopo quello di Adriano, fu positivo ma sicuramente meno splendente, contraddistinto da dure guerre ai confini. Da un monumento a Traiano vengono le statue dei capi barbari collocate in alto, e sempre nella parte superiore ci sono i rilievi che in origine decoravano un arco trionfale, oggi scomparso, dedicato a Marco Aurelio. Più in basso, sopra il fregio costantiniano, puoi ammirare le splendide coppie di medaglioni dell’epoca di Adriano. Adesso posa lo sguardo su un particolare dell’arco, i piedistalli delle colonne. Qui trovi le famiglie dei barbari prigionieri, esposti dai soldati romani vicino alle cataste delle loro armi: una perfetta istantanea incisa su pietra del momento del loro passaggio nel corteo trionfale. Con le mani legate e lo sguardo vuoto e smarrito, i prigionieri sfilavano tra le offese e le derisioni dei romani.  Nell’arte romana il barbaro, termine con cui si indicava lo straniero era rappresentato sempre con uno schema fisso. Gli uomini erano raffigurati come selvaggi dai lunghi e folti capelli, con barba o baffi, vestiti con pantaloni e corti mantelli. Le donne invece con i capelli sciolti e spettinati, con vesti lunghe e spesso lacerate. Il destino che attendeva queste persone deportate a Roma era senz’altro difficile e ricco di tormenti. Alcune erano giustiziate ai piedi del Campidoglio durante la cerimonia, altre venivano incarcerate, gettate nelle arene o vendute come schiave. Prima di salire sulla Via Sacra il corteo trionfale, a partire dal primo secolo d.C., girava attorno alla Meta Sudans, una grande fontana di forma conica, i cui ruderi furono distrutti in epoca fascista per costruire la via dei Trionfi, oggi via di San Gregorio. Puoi vederne i resti, se ti va, proprio dietro l’arco di Costantino. A questo punto non mi resta che attenderti all’interno del Parco Archeologico del Foro Romano (https://parcocolosseo.it)  per continuare il nostro cammino.

Reviews

0.0

0 comments

Provided by

RM

Rasul Mojaverian

This story belongs to