I fondali marini delle scaro sono un mosaico di substrati e di specie vegetali e animali con elevata biodiversità. Le frane delle falesie hanno originato un dedalo di rocce calcarenitiche che costituiscono dei marciapiedi ricchi di pozze e buche. Questi sono ideali per la protezione di piccoli pesci, per la riproduzione delle seppie e per l’insediamento di attinie colorate come il pomodoro di mare, e di bivalvi a elevato pregio naturalistico ed economico, come i datteri di mare. Nella parte di ponente un’estesa piattaforma calcarenitica, ricchissima di fossili di molluschi bivalvi, è caratterizzata da pozze e spaccature di diverse dimensioni, che con le mareggiate si riempiono di acqua, dando origine a un sistema di pozze di maree. Le pozze, visibili da fuori acqua, sono rifugio di piccoli pesci come bavose (vavusi) e gobidi (uggiuna), di piccoli gamberetti (ammaru furanu), di paguri dentro le conchiglie, di molluschi gasteropodi, di granchi corridore, di patelle e pomodori di mare. Nel periodo primaverile è facile osservare anche piccoli saraghetti, che nelle pozze trovano cibo e rifugio dai predatori. Tuttavia, le pozze di marea costituiscono un habitat particolare perché, specialmente in estate, la temperatura aumenta notevolmente oltre i 30 gradi e l’evaporazione fa innalzare la salinità che può anche superare il 40-45 per mille. Per questo motivo alcune specie, per adattarsi a queste condizioni ambientali estreme, hanno sviluppato strategie di sopravvivenza, come rimanere chiusi nei loro gusci per settimane senza mangiare fino a quando una mareggiata non ristabilisce le condizioni ambientali a loro favorevoli.
Sott’acqua, tratti di Posidonia oceanica, la pianta marina più importante del Mediterraneo, si alternano con chiazze di ghiaia e sabbia dove si trovano anche la nacchara di mare e la pinna pernula, e una varietà di alghe verdi, brune e rosse, come la palla verde, la coda di pavone, il sargasso, la caulerpa e alghe coralline. Queste specie, assieme ad anemoni (ogghiu ri mari in lingua siciliana), di molluschi come patelle, (mucchuna), orecchie di mare (patedda reggina), ricci, stelle marine e granchi, sono facilmente visibili dalla superfice, e offrono un paesaggio unico di colori e forme tipiche del Mar Mediterraneo. Lo "scaro” è anche un’area di nursery perché fornisce rifugio e cibo ai giovani di molte specie marine come la cernia bruna, saraghi, pesci colorati come tordi, lappane, pecchie, donzella pavonina (viola reggina), viole, bavose, gobidi (uggiuna), salpe (manciaracina), scorfani e piccoli blennidi. Le nacchere e il dattero di mare, la cernia e la posidonia, sono tutte specie protette dalle convenzioni internazionali e da direttive comunitarie. Possiamo citare la Direttiva Habitat, Protocollo SPA/BIO della Convenzione di Barcellona, a testimoniare l’importanza di questi fondali per la biodiversità marina. Inoltre la secca è stata recentemente colonizzata da specie invasive aliene (provenienti da altri mari fuori il Mediterraneo) come il granchio corridore Atlantico, il granchi blu e un’alga del genere Caulerpa proveniente dal Mar Rosso.
Per tutte le sue peculiarità sopradescritte lo scaro di Balestrate ha suscitato l’interesse di istituti di ricerca nazionali ed internazionali che hanno condotto esperimenti e ricerche di ecologia marina.
Testo a cura di Giovanni D'Anna
Audioguida a cura di Enza Agrusa