Meleto d’Avane, la denominazione antica, oggi Meleto Valdarno, è un piccolo borgo posto a mezzacosta sul Pian d’Avane che si affaccia sulla valle delle miniere e sul lago di San Cipriano.
Il nome “Meleto” sembra essere di derivazione latina e indicare la presenza in loco di alberi da frutto, meli per l’appunto. Mentre l’ipotesi per il toponimo “Barberino”, con il quale veniva identificato il Castello, secondo alcune fonti, in epoca medievale con questo appellativo si volevano indicare zone occupate dai discendenti dei barbari, ovvero gli “stranieri” arrivati dal Nord Europa dopo la caduta dell’Impero Romano.
Si hanno notizie dell’abitato sin dal 970 d.C. e fin dalle origini il suo popolo era riunito attorno a due chiese: Santa Maria in Avane, non più esistente, forse di origine longobarda e Santa Cristina l’attuale parrocchia posta nella parte più alta del paese. La Chiesa, di cui troviamo traccia già dal 1175, ha perso nel tempo il suo aspetto originario, caratterizzandosi oggi per uno stile seicentesco. Al suo interno sono conservate opere del XVII-XX secolo fra le quali spiccano 4 cartoni di Ugo Signorini, (Firenze, 1 maggio 1935 – Firenze, 21 gennaio 1999), artista e pittore italiano, esponente dell'arte del 900. I cartoni sono studi preparatori per delle vetrate (mai realizzate) rappresentanti il Cristo, San Giovanni Battista, Sant’Antonio da Padova e la Samaritana.
Nei pressi del paese sorgeva anche l’antico castello di Barberino, prima sede della Lega d’Avane, poi divenuto, nei secoli più recenti, fattoria e villa. Originariamente il castello si componeva di 4 torri di avvistamento e di cinta muraria, distrutte alla fine del 1300.
Fra l’antico borgo di Meleto e il suo castello sorgeva infine lo Spedale di Sant’Antonio, una struttura che accoglieva pellegrini e ammalati.
La struttura urbanistica del paese di Meleto non ha subito nel tempo profonde trasformazioni. Nel XX secolo lungo l'attuale viale Barberino, proprio a fianco della Chiesa di Santa Cristina, è stata realizzata una piazza che accoglie oggi due monumenti legati alla storia più recente di Meleto: la prima guerra mondiale e l’eccidio del 1944.
All’interno del Parco della Rimembranza si trova il monumento in onore dei caduti della Prima Guerra Mondiale. Dedicato al fante vittorioso fu costruito da Pietro Ceccarelli e inaugurato il 7 novembre del 1926. Si tratta di una scultura di un fante in uniforme che solleva con la mano sinistra una bandiera. Pietro Ceccarelli non era nuovo a questo tipo di opere. Nato in Val di Cecina nel 1888 nella vicina San Giovanni realizzò un altro monumento ai caduti in quello che oggi tutti conoscono come la pineta.
Altri luoghi ricordano i terribili eventi del luglio 1944: nelle quattro aie del paese, dove furono trucidati gli uomini, sono state collocate delle lapidi a ricordo della barbarie avvenuta. La mattina del 4 luglio 1944 soldati tedeschi appartenenti alla divisione Herman Goering circondarono il borgo rastrellando la popolazione maschile. Gli uomini, assieme al parroco Don Fondelli, furono divisi in quattro gruppi e, portati nelle aie di esecuzione (aia Benini, aia Melani, aia Pasquini e aia Rossini) dove vennero prima trucidati e poi il loro corpo dato alle fiamme. Contemporaneamente un’altra strage si consumava nel vicino borgo di Castelnuovo dei Sabbioni.