Il Gambrinus è il più importante Caffè di Napoli. Ad oggi è tra i locali più celebri della penisola italiana, membro dell'Associazione Culturale Locali Storici d'Italia, salotto letterario partenopeo, celebre galleria d'arte, animatore della cultura cittadina, dal 1860 è punto di riferimento tra i più importanti della cultura della città .
La storia del Gran Caffè Gambrinus inizia proprio con l'Unità d'Italia, quando, nel 1860, al piano terra del palazzo della Foresteria, l'elegante edificio del 1816 che oggi ospita la sede della Prefettura, viene aperto il “Gran Caffè”.
É stato l’imprenditore Vincenzo Apuzzo a dargli vita, nel 1860, quando in Europa imperava la corrente dell’Art Nouveau, che in Italia cominciò a prendere il nome di Stile Liberty, dal noto commerciante londinese Arthur Liberty che, nei suoi magazzini, esponeva pezzi d’arte e tessuti ispirati alla corrente di fine Ottocento e inizio Novecento.
Esso si affaccia direttamente su Piazza Plebiscito e Palazzo Reale, ed è diventato in breve tempo il salotto del bel mondo cittadino.
Ben presto l’abilità e l’opera dei migliori pasticcieri, gelatai e baristi, provenienti da tutta Europa, procurarono al locale la benevolenza della famiglia reale e inoltre, anche il riconoscimento per decreto di “Fornitore della Real Casa”, un'onorificenza tributata dai Savoia soltanto ai migliori fornitori del Regno delle due Sicilie.
Il 1885 è un anno difficile: il Gran Caffè sembra essere sul punto di chiudere; ma di lì a poco le sue sale sarebbero state aperte ai napoletani e ai viaggiatori in una nuova più grande magnificenza.
Infatti nel 1890, Mariano Vacca, prende in affitto i locali della Foresteria e ne affida la ristrutturazione all'architetto Antonio Curri, docente di Architettura, nonché Ornato nella Real Università di Napoli e professore onorario dell'Istituto di Belle Arti. Grazie alla perizia di più di quaranta tra artigiani e artisti, il Caffè diventa uno scrigno prezioso di opere d'arte: le sale vengono decorate con i marmi di Jenny e Fiore, gli stucchi del Bocchetta, i bassorilievi del Cepparulo e le tappezzerie del Porcelli; le pareti decorate dai più importanti paesaggisti napoletani.
Il Caffè diventa una preziosa galleria d'arte nel cuore nobile di Napoli, valorizzata poi con l'ultima conquista della modernità: l'illuminazione elettrica. Per festeggiare la rinascita, il Caffè viene ribattezzato “Gran Caffè Gambrinus”, in nome del leggendario re delle Fiandre inventore della birra. L'intenzione è quella di fondere nell'immaginario le due più famose bevande d'Europa: la birra, nordica, bionda e fredda, e il caffè, scuro, bollente, piacere tipicamente napoletano.
Inaugurato ufficialmente il 3 novembre 1890, il Gran Caffè Gambrinus diventa da subito il cuore della vita mondana, culturale e letteraria della città: re, regine, politici, giornalisti, letterati e artisti di fama internazionale ne fanno il luogo dove incontrarsi, discutere e scrivere versi, come nella migliore tradizione europea del caffè letterario. Le sale iniziano ad essere indicate per l'argomento degli incontri e dei simposi che vi si tengono: la sala politica, la sala della vita, la sala rotonda.
Nel 1938 viene ordinata la chiusura del Caffè, perché considerato antifascista: i locali vengono ceduti al Banco di Napoli e, per trent’anni, lo splendore di questo luogo viene dimenticato.
Negli anni Settanta, l’imprenditore Michele Sergio decide di recuperare i locali del Gran Caffè: non sarà un’impresa facile, anche a causa dell’epidemia di colera e del terremoto che piegarono Napoli in quegli anni, ma il Gambrinus conoscerà un nuovo splendore.
Questo locale, centro importantissimo della vita culturale partenopea ed internazionale, nasce proprio nel periodo della Belle Epoque; riesce così a diventare ben presto un noto centro artistico, in grado di ospitare alcune delle più note personalità del tempo. Basti ricordare tra gli ospiti più illustri l'imperatrice d'Austria Sissi che, secondo la tradizione, degustò un ottimo gelato alla violetta; Gabriele D'Annunzio che scrisse al Gambrinus i versi della celebre canzone “A'vucchella”; Matilde Serao che fondò il quotidiano “Il Mattino” seduta proprio ai tavolini del caffè, Ernest Hemingway, il filosofo francese Jean-Paul Sartre che scrisse pensieri su Napoli ai tavolini del Gambrinus “davanti a una granita che guardavo malinconicamente mentre si scioglieva nella sua coppa di smalto” e tantissimi altri.
Impossibile non fermarsi al Caffè Gambrinus, anche solo per dare un’occhiata alle meravigliose e luminosissime sale.
Oggi è sede di eventi culturali, artistici e musicali, location per ricevimenti e matrimoni, tappa per turisti e appassionati da tutto il mondo, anche grazie alla sua strategica posizione.