Napoli Sotterranea
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Il sottosuolo di Napoli è attraversato da una grande rete di cunicoli, gallerie, acquedotti e spazi scavati ed utilizzati dall'uomo durante la storia della città sin da diversi secoli avanti Cristo fino a pochi anni dopo la fine del secondo conflitto mondiale, ed ancora oggi, almeno in parte, visitabili.
I siti del sottosuolo si distinguono dai reperti archeologici sotterranei per la loro origine sotterranea sin dalla realizzazione.

Le cavità vennero realizzate per vari scopi, a seconda dei luoghi e dei periodi storici, tuttavia furono diversi i loro utilizzi secondari e successivi, che ne segnano fasi di pieno utilizzo e di dismissione che si sono susseguite nella storia.

Realizzazione
 
Una rappresentazione delle cavità utilizzate come cava di tufo. I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5.000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica.

Successivamente, nel III secolo a.C., in periodo greco, vennero aperte le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari alle mura e ai templi della loro Neapolis e scavarono in numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari. Forse i Greci erano attratti proprio dalle rocce gialle del monte Echia, un piccolo vulcano spento che si trova proprio dietro piazza Plebiscito

Lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana: i romani infatti in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie (grotta di Cocceio e grotta di Seiano) e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro di Napoli. Altri rami dell'acquedotto di età augustea arrivarono fino a Miseno, per alimentare la Piscina mirabilis, che fu la riserva d'acqua della flotta romana.

Larghi quel poco che permetteva il passaggio di un uomo, i cunicoli dell'acquedotto si diramano spesso in tutte le direzioni, con lo scopo di alimentare fontane ed abitazioni situate in diverse aree della città superiore. A tratti, sulle pareti, si notano ancora tracce dell'intonaco idraulico, utilizzato dagli ingegneri dell'antichità per impermeabilizzare le gallerie.

Utilizzi secondari
 
Una cavità adibita a cisterna. Diversi furono gli utilizzi secondari, ovvero non legati alla funzione originaria per cui era stata realizzata la cavità, ovvero generalmente di estrazione del tufo. Tra questi alcuni furono illeciti o scorretti, legati a furti e scarico di materiali di risulta.

Una delle due ipotesi storico-letterarie più accreditate collega strettamente il personaggio di fantasia del folclore napoletano detto munaciello al suo sottosuolo, in quanto sostiene che la leggenda della sua esistenza fosse stata alimentata dagli utilizzi illeciti degli addetti alla pulizia del sistema idrico (detto pozzari), che utilizzavano gli accessi privati dei pozzi per accedere alle abitazioni e compiere furti o intrattenere relazioni con le donne della casa.

I cunicoli e l'acquedotto sotterraneo ebbero anche un ruolo strategico in alcuni conflitti, aiutando talvolta gli assalitori della città a penetrarvi, o viceversa permettendo l'approvvigionamento idrico dei cittadini e truppe negli assedi prolungati.

Nel '900 le Istituzioni hanno fatto ampio utilizzo di alcuni sotterranei come deposito di veicoli sequestrati, motivo per cui vennero trovate diverse vetture e motocicli, tuttora in parte conservati in loco a scopo dimostrativo.

Dismissione


Agli inizi del XVI secolo il vecchio acquedotto e le moltissime cisterne pluviali non riuscivano più a soddisfare il bisogno d'acqua della città che si era estesa a macchia d'olio e fu così che il facoltoso nobile napoletano Cesare Carmignano costruì un nuovo acquedotto (1629).

Fu solo agli inizi del XX secolo che si smise di scavare nel sottosuolo per l'approvvigionamento idrico, utilizzo vietato a partire dall'epidemia di colera del 1885 dalle autorità del Regno d'Italia.

I cunicoli vennero in seguito usati come discarica non autorizzata di materiali di risulta di vario tipo, sfruttando la possibilità di gettare abbondanti quantità di materiale nel pozzo più vicino.

Curiosità

L'orto di basilico sotterraneo gestito dall'associazione Napoli Sotterranea. L'innaffiatura è minima, dato l'elevato grado di umidità dell'aria in cavità.

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