Palazzo De Vita – De Luca è forse la residenza gentilizia più nota e ammirata di Foggia. Tra i pochi edifici sopravvissuti ai bombardamenti del 1943, il palazzo è ubicato in via Arpi con prospetto principale che guarda verso il complesso della Cattedrale. Di grande pregio architettonico, l’edificio fu costruito alla metà del Cinquecento dal nobile Cesare De Maio, esponente di una illustre famiglia foggiana. In seguito, nel 1696, divenne proprietà del Reverendo Giuseppe De Vita di San Marco in Lamis che, due anni dopo, fece realizzare lo splendido loggiato ad archi sostenuti da colonne lisce con capitelli a decori vegetali, su cui campeggia un’iscrizione in latino che recita: “Ut videat et videatur” ovvero “Per vedere ed essere visto”.
La facciata è arricchita da numerosi dettagli decorativi e, al piano terra, si caratterizza per il grande portale d’ingresso definito da due lesene (pilastri lievemente sporgenti dalla parete) sormontate da capitelli ionici che sorreggono un cornicione al di sopra del quale, in posizione centrale, è localizzato un balcone. A sinistra dell’ingresso principale è collocata una lapide in marmo del 1908 che ricorda l’avvocato Vincenzo Celentano, giurista e filantropo foggiano (1805-1860), onorato per aver donato il suo intero patrimonio alla Congregazione della Carità.
Nobiltà e Miseria: questo palazzo, che per secoli ha visto il susseguirsi di famiglie nobili della città e, in tempi assai più recenti, ha ospitato lo storico circolo culturale Bellamì, fucina di tanti giovani talenti del mondo della musica e del canto, attende ora di rinascere dallo stato di degrado in cui versa.
A. Saragnese