Palazzo Merlato
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La prima cosa che si nota dal traghetto quando si arriva a Procida, a parte le case colorate, tutte vicine, è il Palazzo Merlato, come lo chiamano gli abitanti dell’isola, proprio per la sua bella merlatura arabeggiante. Rappresenta il biglietto da visita dell’isola ed è conosciuto con svariati nomi. La prima rappresentazione di Palazzo Merlato, o meglio, Casa Catena, è in un dipinto di Nicola Russo, intorno alla seconda metà del 1600 conservato nell’abside dell’Abbazia di San Michele Arcangelo. Il dipinto dimostra che Casa Catena occupa una porzione consistente del prospetto di tutte le case esposte sul mare; l’edificio è caratterizzato al centro da una torre merlata e presenta alti archi di sostegno con una rampa di accesso. Il livello superiore è abbellito da una merlatura per tutta la lunghezza e sull’estremità del lato destro si vede lo spazio della cappella gentilizia interna con decorazioni e stucchi settecenteschi. Probabilmente la cappella fu costruita nel 1656, in occasione della peste. La cappella barocca fu dedicata alla Vergine ed è caratterizzata da una volta ribassata al centro della quale si vede una cornice in stucco che con molta probabilità accoglieva una tela successivamente rimossa. Sempre osservando il dipinto, sulla collina retrostante si può notare un fortilizio isolato con merlatura soprastante che rappresenta l’attuale Palazzo Catena o Montefusco; quest’ultimo è situato in Via Vittorio Emanuele dove ha la sua entrata principale ed era collegato all’epoca attraverso un sentiero con Casa Catena, sul lato del mare. 

Le due costruzioni, dunque, farebbero parte della stessa unità architettonica e addirittura dovrebbero avere un collegamento strategico. In caso di attacco, la fortificazione più interna serviva come punto di riparo per gli abitanti che occupavano il palazzo sulla marina. La torre della Catena è abbastanza isolata, a pianta quadrangolare e due livelli che si innalzano su un alto basamento. Sulla sinistra un passaggio coperto da una volta lunettata attraversa tutto il fabbricato e si apre da un lato sul cortile e dall’altro sull’ingresso principale dell’attuale Via Vittorio Emanuele. La pavimentazione ad opus spicatum è visibile ancora oggi sull’intera superficie del sottopassaggio, del viottolo e del cortile dove resta un pozzo in piperno. Il nome “catena”, deriverebbe dal fatto che anticamente, l’ingresso principale su Via Vittorio Emanuele, veniva chiuso ai passanti da una catena tra due colonne di piperno. Nel 1960, la costruzione dell’attuale via Libertà, separò i due edifici.

Casa Catena, con la sua facciata rivolta al mare, ha subito nel tempo variazioni e cambiamenti ed è stata residenza estiva reale, poi un convento e oggi abitazioni private. L’ultimo lavoro apportato al Palazzo ha visto il restauro degli intonaci originali e la pitturazione di un unico colore rosa che rimanda all’antico splendore della costruzione.

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liceo Caracciolo - Procida

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