Palermo - Palazzo Mirto
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Palazzo Mirto è una splendida residenza della grande nobiltà palermitana ed è il risultato della sovrapposizione e del riadattamento di edifici di epoche diverse unificati nel corso degli anni.

Dimora della famiglia Resolmiti e Despuches, nel 1594 il palazzo passò ai Filangeri conti di San Marco e principi di Mirto.

Il palazzo si sviluppa su più livelli. Al piano terra troverete i servizi: le cucine e la scuderia, ancora perfettamente conservata.

Dal cortile, attraverso lo scalone, potrete accedere al piano nobile interamente destinato agli ambienti di rappresentanza. Una terrazza interna prolunga lo spazio dei saloni. Qui rimarrete esterrefatti di fronte alla splendida fontana settecentesca, che abbellisce la terrazza, progettata dall’architetto Paolo Amato. Gli altri piani intermedi accolgono le stanze private della famiglia.

Nel gennaio del 1793, il principe Bernardo Filangieri incarica il pittore figurativo Elia Interguglielmi e Francesco e Gioacchino Navarra, pittori specializzati nelle decorazioni, di affrescare le due prime anticamere del piano nobile, sulla base dei disegni eseguiti da Teodoro Gigante.

La decorazione originaria potrete ammirarla solo nella prima anticamera, oggi denominata “studiolo”: osservate il rigore geometrico e la ripetizione delle decorazioni con vasi, ghirlande vegetali e volatili. Le decorazioni testimoniano l’aggiornamento ai modelli decorativi francesi e l’affermarsi del gusto neoclassico presso le classi aristocratiche palermitane. Qui Elia Interguglielmi interviene alle pareti e sulla volta con raffigurazioni mitologiche e con la pittura della “favola” di Diana e Endimione: la dea della caccia rapita dalla bellezza del giovane caduto in un sonno immortale.

Ancora più splendida è la decorazione della Sala del Baldacchino, dove Elia Interguglielmi nel 1793 dipinse l’affresco della volta con Il Trionfo del principe virtuoso al centro e intorno figure allegoriche delle Stagioni e scene delle Fatiche di Ercole, ed anche i sopra-porta con Figure allegoriche a monocromo. Se osservate le pareti, esse appaiono invece decorate da 14 preziosi pannelli ricamati in seta con storie tratte dal poema Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso.

I tre artisti completarono poi la decorazione dipinta con finti pilastri, nicchie con statue del cortile con fontana, attiguo alla sala.

La sala successiva, cosiddetta dell’alcova, presenta raffinate pitture dedicate alle Storie di Amore e Psiche opera di Giuseppe Velasco e Benedetto Cotardi. Allo stesso tema, che racconta l'amore fra il dio Eros e la splendida fanciulla Psiche che cedette alla curiosità di conoscere l'identità del suo amato, si ispirano i quattro grandi pannelli ricamati alle pareti con storie di amori mitologici, databili agli inizi dell’Ottocento.

A seguire, entrerete nello splendido Salottino alla cinese decorato tra il 1858 e il 1859 dal pittore trapanese Giovanni Lentini che eseguì la pittura della volta, del pavimento, e del sopra-porta. Anche qui, le pareti sono decorati da pannelli in stoffa: aderendo alla moda delle "cineserie" tipica dell'epoca, i pannelli sono in seta dipinta a tempera con scene che rappresentano il ciclo di produzione della seta in Cina. Il salottino è arricchito inoltre da originali arredi lignei in vernice nera ed eleganti decori in oro realizzati da Antonio Catalano, ebanista palermitano attivo nella seconda metà dell’Ottocento.

Al secondo piano, potrete accedere ad alcune sale riccamente arredate: sale da gioco e di ricevimento, una seconda stanza da pranzo, due biblioteche, la stanza da letto in stile Impero e altri ambienti privati. 

Durante il vostro percorso avete certamente avuto modo di ammirare, chiuse in preziose vetrine o esposte ad arredo dei mobili, le preziose collezioni di porcellane delle principali manifatture orientali ed europee.

Se volete conoscere ulteriormente la storia di questo palazzo, vi invitiamo a scaricare la splendida guida di Palazzo Mirto, predisposta apposta per voi!




Questa scheda è stata elaborata da Maria Fernanda Ghersi, voce narrante

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