Il paliotto, che deriva il suo nome dal termine latino “pallium”, ovvero drappo di tessuto, serviva a ricoprire il fronte della mensa d’altare e completava il corredo di paramenti sacri che venivano utilizzati nel corso delle funzioni religiose e, come tale, ne seguiva il colore a seconda dei vari periodi dell’anno: i principali erano il verde per i tempi ordinari, il rosso per le ricorrenze di santi, martiri e della Pentecoste, il viola durante l’Avvento e la Quaresima, il bianco in occasione delle solennità dedicate a Gesù e Maria. I paliotti, per lo più realizzati in tessuti preziosi come rasi, damaschi e broccati, erano solitamente decorati da ricami o da parti dipinte e completati da applicazioni di passamanerie e galloni in filo dorato o argentato. Nel tempo i paliotti furono realizzati anche in altri materiali, come il legno, il marmo e la scagliola, il cuoio, il metallo, la paglia, spesso per avere dei manufatti in materiale meno delicato e deperibile rispetto al tessuto e quindi più resistente. In particolare i paliotti realizzati su cuoio, spesso dorato, dipinto con decorazioni floreali, paesaggi e raffigurazioni sacre che dovevano simulare la ricchezza degli ornamenti dei paliotti in tessuto o quelli in marmo intarsiato, erano considerati molto resistenti e per questo utilizzati per i giorni feriali, quindi per la maggior parte del tempo liturgico. In Italia vi fu una diffusione di tali arredi soprattutto tra il XVI ed il XVIII secolo. Considerati arredi “poveri”, sono stati nel tempo trascurati e spesso non sono stati oggetto di conservazione; solo recentemente si sta procedendo ad una loro ricognizione e alla loro salvaguardia.