Il polittico dell'oratorio della Santissima Trinità raffigura nel suo comparto centrale Sant’Agostino benedicente a cui gli angeli impongono la mitra, ai lati sei santi: a sinistra San Paolo, San Girolamo e San Gregorio Magno, a destra San Giovanni Battista, San Bernardo e Sant’Ambrogio. Nel registro superiore vi sono sei tavole, più piccole, nelle quali sono raffigurate sei santi e sei sante, a coppie; perduta risulta la tavola centrale. Recentemente il polittico è stato privato della cornice lignea aggiunta in epoca rococò. La presenza come figura centrale nel polittico di sant’Agostino, autore delle Confessioni, opera molto cara al Petrarca, se non addirittura la preferita, e la sua datazione (1370 o subito dopo) fanno pensare che il poeta, venuto da poco ad abitare ad Arquà, abbia potuto esserne l’ispiratore o ne possa aver suggerito il soggetto. L’opera, in passato attribuita ad un pittore della cerchia di Lorenzo Veneziano, è stata collegata ad un certo numero di dipinti giudicati a questa affini identificando quale loro autore uno sconosciuto maestro definito “Maestro di Arquà”. Questi, seppure stilisticamente affine a Lorenzo, se ne discosta per una più marcata persistenza del gusto bizantineggiante, più arcaico, diffuso nella pittura veneziana dell’ottavo decennio del XIV secolo, caratterizzata da un revival neobizantino ammorbidito però da sentori naturalistici che ne ingentiliscono le forme. Infine, proprio partendo dal polittico di Arquà, il gruppo di opere è stato assegnato al pittore veneziano Jacobello di Bonomo. Di lui si hanno pochissimi dati documentari e la ricostruzione della sua personalità si basa sull'unica opera datata e firmata, il polittico di Santarcangelo di Romagna del 1385. Quest'opera rivela la mano di un artista già maturo, senza dubbio formatosi nell'ambito, se non nella bottega, di Lorenzo Veneziano. La fase giovanile della sua produzione, intorno al 1370 o poco oltre, sarebbe invece testimoniata proprio dal polittico di Arquà, nel quale si riscontra un legame quasi scolastico con il linguaggio di Paolo e Lorenzo Veneziano, e da un altro polittico conservato nel Museo di Lecce. Altre opere di Jacobello sono conservate nella cattedrale di Praga (ma proveniente dalla Dalmazia) e al Museo Czartoryski di Cracovia (tavole con l'Incoronazione della Vergine e otto santi).