In questa scheda vi presento la Chiesa Madre di Raffadali, che è intitolata alla Madonna degli infermi, anche se la parrocchia è intitolata a Sant'Oliva.
La Chiesa si trova nel centro del paese e insieme al castello Montaperto ne dominano la piazza principale con un bel colpo d'occhio!
Qui, nella seconda metà di luglio, si celebra la festa della Madonna dei Malati, patrona di Raffadali. Dovete sapere che questa Chiesa sostituì una più antica, dedicata al culto di S.Oliva, che era adibita a chiesa madre del paese in antico, ma della cui ubicazione certa nulla si sa, tranne per il nome di una strada, nei pressi del collegio di Maria, dove ancora fino a qualche decennio fa sorgeva una grande edicola sacra, in cui si venerava un'icona di S.Oliva.
La storia della Chiesa è connessa a quella della stessa Raffadali, poiché la cittadina venne in pratica rifondata sulle rovine di un più antico casale, cui apparteneva anche la prima chiesa, già nel 1481. Fu il barone Pietro Montaperto, nel 1507, ad ottennere dal re Ferdinando lo "ius populandi", ovvero la licenza di ripopolare il centro abitato e di fondare nuovi edifici: infatti Pietro iniziò sia i lavori di consolidamento del vecchio castello, che quelli di costruzione della nuova chiesa madre.
Perciò, la Chiesa che vedete oggi cominciò ad essere edificata tra la fine del 1400 e gli inizi del 1500, per volere del Barone Montaperto, ma in realtà fu portata a termine un paio di secoli più tardi. Infatti, solo nel 1608 fu possibile trasferirvi la parrocchia. La prima chiesa, ormai non più adibita al culto, cadde in rovina e ne scomparvero persino le tracce.
Nella decorazione del portale sinistro del prospetto potete leggere la data 1831.
Non vi ricorda, nella sua elegante e slanciata facciata, alcune chiese rinascimentali romane?
Al'interno si presenta a croce latina ed è divisa in tre navate con transetto. Entrando, potrete ammirare gli affreschi della volta della navata centrale e della cupola e uno splendido Sarcofago romano in marmo, datato al II secolo d.C., in cui è raffigurato il Ratto di Proserpina da parte del dio degli inferi Ade, una statua in legno di Maria SS, degli infermi con il Bambino, opera di Nicola Buttafuoco del 1585 e anche le monumentali sepolture dei Montaperto, signori della città.
Testo e voce narrante di Elisa Bonacini