In una zona che segna il confine con il territorio della provincia di Enna, si trova il Lago Ogliastro, una formazione lacustre artificiale, posta fra Raddusa a Nord, Ramacca a Sud e Aidone, in provincia di Enna, ad Ovest.
Sul lato sud-orientale del lago si estende una vasta area boschiva, il Demanio Forestale Gaeto, in territorio di Ramacca. Il boschetto in realtà è più vicino in linea d’aria a Raddusa che a Ramacca ed è lungo la strada per chi voglia raggiungere, da qui, l’area archeologica di Morgantina e la stessa Aidone.
Conviene percorrere la Strada Statale 288, per un percorso di circa una mezz’ora, da Raddusa o Ramacca.
Potrete organizzare una bella escursione e un picnic all’ombra degli alberi, godendo il panorama delle acque del lago, formatosi dalle acque del fiume Gornalunga, quando, fra il 1963 e il 1972, la Cassa del Mezzogiorno costruì una diga, per rendere più agevole l’irrigazione dei campi circostanti. La Diga del Lago di Ogliastro fu intitolata al grande statista Don Luigi Sturzo, fondatore del Partito Popolare Italiano nel 1919 e originario della vicina Caltagirone. Oggi questo lago è stato dichiarato un SIC, ovvero un Sito di Interesse Comunitario, per la biodiversità che, nel tempo, si è costituita grazie a questo bacino: circondato da salici, tamerici, agrumeti, eucaliptus e pini d'Aleppo, alternati a capi coltivati a cereali, questo lago è diventato meta di molte specie di uccelli, sia stanziali che migratorie, che arrivano sin qui per nutrirsi e nidificare.
Se vorrete fare una passeggiata lungo le sue sponde, anche se non esistono percorsi specifici, vi potrà capitare di imbattervi in un grande pannello in maiolica: fu realizzato dal grande scultore ceramista Andrea Parini, anch’egli originario di Caltagirone, nel 1974, per celebrare la conclusione dei lavori per il grande invaso, che avrebbe portato maggiore certezza per l’irrigazione dei campi del territorio.
Questo pannello, che misura 2,10 x 5,30 metri, è stato realizzato in maiolica, a ricchi colori, che abbelliscono le scene realizzate a rilievo. Vi potrete riconoscere tre scene, che rappresentato il racconto di "Mosè salvato dalle acque": con la figura di Mosè, lo scultore Parini ha voluto in quale modo “mitizzare” il significato di questa opera idrica per il territorio. Da sinistra a destra, tre pannelli descrivono altrettante scene, con cui si racconta il “prima e dopo” della costruzione della diga: a sinistra la terra incolta dell'era primitiva; al centro Mosè, ancora bambinello, entro una cesta galleggiante sull'acqua; a destra, tutti ben ordinati, i frutti nati da una terra divenuta rigogliosa grazie alla coltivazione dell’uomo e all’irrigazione dei campi.