Intorno al 830 alle pendici del monte Genuardo, tra il fiume Belice e il Sossio, venne fondata una città-fortezza chiamata Zabuth in onore del suo fondatore, Al-Zabut, che in lingua araba significa "Lo splendido".
Come dicevo, l'insediamento originario era costituito da un castello-fortezza, costruito sulla sommità della collina dove sorge il centro.
Dal castello si diramavano le cosiddette “sette Vaneddi” o vicoli saraceni, strade piccole e strette per permettere la difesa e nello stesso tempo mantenere un clima adeguato. Il castello era collegato al paese da una scalinata e ancor oggi, dal suo bell'affaccio, potrete ammirare panorami mozzafiato delle valli sottostanti.
Poco prima del belvedere, al di sotto delle case attorno all'attuale piazza Baldi Centellis, ancora oggi potrete addentrarvi fra la fitta trama dei sotterranei e delle segrete del Castello.
Nella parti più strategiche della città furono creati degli avamposti per difendere il territorio attorno al castello.
Uno di questi fortini che vorrei illustrarvi venne chiamato Fortino di Mazzallakkar. Costruito intorno alle acque del lago Arancio, si trova nella zona dei Mulini. Ha una forma quadrangolare con un torrione circolare ai 4 angoli, coperto da una cupoletta in pietra calcarea con un ornato cuspidale che forse fu una fiamma o una mezzaluna. Dovete sapere che il fortino fu in parte costruito in mezzo all'acqua, e che quel lato emerge periodicamente "come un tesoro prezioso" quando si abbassa il livello delle acque del lago.
Fino a quel momento la città-fortezza venne abitata da una popolazione araba ma nel 1225 l'imperatore Federico II, con l'aiuto del Papa, decise di risolvere la situazione sterminando gli arabi del castello di Zabut, o facendoli convertire al Cristianesimo.
Dopo lo sterminio nel paese iniziarono a rincorrere le voci di apparizioni di fantasmi dalle fattezze di guerrieri arabi.
Probabilmente, il senso di colpa per lo sterminio della popolazione saracena avvenuta nel 1200 non è mai stato del tutto espiato... per questo gli arabi continuano ad apparire tra le strade del "loro" quartiere. Non a caso la Via lì si chiama Fantasma!
Intorno al 1500 il Castello fu affidato a un gruppo di Gesuiti che, al posto del castello, fecero costruire un Calvario.
Oggi, lì dove un giorno sorgeva il magnifico castello, potrete uno stupendo panorama che sconfina oltre le terre sambucesi sino alle terre di Giuliana di Caltabellotta di Chiusa Sclafani e che ha sullo sfondo le montagne delle Rose e la catena interna dei monti Sicani. Un panorama incredibile!
Quel che resta del castello, purtroppo, non è tanto: l'uomo ha deciso di demolire un monumento importante che avrebbe ancora avuto molto da raccontare...
Ancora lì su quel monte e nelle sue viuzze si respira l'aria della cultura araba, e anche nelle vie del paese pare quasi che tutto sia rimasto come loro avevano lasciato.
E chissà se nella via Fantasma si possono ancora sentire le voci dei soldati arabi!



