Non tutti lo sanno, ma la provincia di Messina è sicuramente quella che conserva il maggior numero di castelli, che sono stati teatro dei principali fatti d'arme dei secoli scorsi. Il Castello di Santa Lucia del Mela è tra questi.
Poco si sa delle origini di questa fortezza posta sulla cima del colle Mankarru, dominante la piana di Milazzo. Alcune memorie storiche tendono a collocare la costruzione addirittura intorno all'800 d.C., circa 1200 anni fa, mentre la Sicilia era nel pieno della dominazione araba.
Questo castello venne ampliato e fortificato durante la dominazione normanna e trasformato in residenza nobiliare dall'imperatore Federico II di Svevia intorno al primo ventennio del 1200.
Secondo fonti certe, Federico, che è stato chiamato lo "Stupor Mundi" per la grandiosità del suo potere come della sua personalità, trascorse nel castello e nei boschi adiacenti lunghi giorni dedicati alla caccia. Anzi, secondo la leggenda, fu proprio in questi luoghi che l'imperatore, stando lontano dalle ingerenze dei vescovi delle diocesi vicine, negli ampi saloni del Castello, poté preparare in tutta tranquillità la quinta crociata, che passerà alla storia come la "crociata maledetta", conclusasi con la totale disfatta degli eserciti cristiani, nel 1221.
Sembra incredibile che in un castello così poco conosciuto, sia stata preparata una delle più importanti battaglie mai conosciute nel mondo medievale, ma le leggende legate a doppio filo con la figura di Federico II di Svevia e il Castello di Santa Lucia del Mela non si esauriscono qui!
Figuratevi che coinvolgono un altro noto personaggio storico del periodo tardo medievale: "il gran giudice della corte imperiale", nonché intellettuale punta di diamante della scuola federiciana: Pier delle Vigne. Citato anche da Dante Alighieri nel canto XIII dell'Inferno, Pier della Vigne fu molto attivo alla corte di Federico II. In particolare, ebbe un ruolo decisivo nella promulgazione della "Costituzione di Melfi" nel 1231, considerata tra le più importanti codificazioni della storia del diritto.
Nel corso della sua carriera di alto funzionario di corte, Pier delle Vigne divenne certamente ricco e tentò in tutti i modi di rafforzare la posizione della propria famiglia.
Eppure, come spesso accade, si rischia di cadere dalle stelle alle stalle...
Della sua caduta in disgrazia, culminata con l'arresto a Cremona nel 1249 su ordine proprio di Federico, non abbiamo fonti certe. In ogni caso, esiste qui a Santa Lucia del Mela una tradizione popolare che vuole che nella prigione, ubicata nel vano inferiore della torre cilindrica del castello, proprio Pier delle Vigne abbia trascorso buona parte della sua lunga prigionia.
Ebbene, fino alla metà del secolo scorso questa tradizione fu considerata come una mera congettura, poiché non era nota la presenza di celle detentive nelle planimetrie del castello. Poi, la leggenda della detenzione fu rafforzata nel 1967: durante un'opera di restauro, nei sotterranei della torre cilindrica venne accidentalmente scoperta una prigione! Chissà allora che questa non sia proprio quella che ospitava Pier delle Vigne!
Questa è la dimostrazione che le leggende nascono sempre da un fondo di verità, specialmente nei grandi castelli medievali siciliani.
Testo e voce narrante di Ivan Silvestro