Le notizie relative a questo immenso edificio, ubicato presso il Campo Marzio e ad oggi non più visibile, risalgono al 55 a.C. quando Cicerone ne riporta i giochi di inaugurazione. Questo era stato costruito come struttura di accesso ad un tempio dedicato a Venere Vincitrice, secondo la tradizione diffusasi dal II secolo a.C. che legava strettamente al culto gli spettacoli teatrali, e rappresentò il primo teatro stabile in muratura, grazie anche all'astuzia di Pompeo, il quale riuscì ad aggirare i divieti censori, che impedivano la costruzione di teatri in muratura nella città. Molto probabilmente i lavori ebbero inizio nel 61 a.C. dopo il triplice trionfo di Pompeo, che decise di realizzare questo edificio in grado di contenere fino a 18.000 spettatori, in una zona facente parte delle sue proprietà. L'edificio era rivolto verso est, davanti alla sua entrata erano le due statue dei Dioscuri con cavalli, oggi visibili all'entrata della Piazza del Campidoglio. Restaurato da Augusto, subì interventi successivi promossi da Diocleziano e Massimiano a seguito di un grave incendio che lo danneggiò. Nonostante ad oggi non sia più visibile, la sua conformazione è rimasta conservata sui resti della pianta di Roma di età severiana, meglio nota come Forma Urbis Marmorea, che permette di localizzarlo nell'area circoscritta dalle attuali vie dei Giubbonari, di Torre Argentina, da Piazza del Paradiso a via del Biscione. Altre fonti ne ricordano anche i restauri promossi da Teodorico, il che significava che l'edificio continuò a svettare per molto tempo ancora nella città, ma nel medioevo questo non venne risparmiato dalle attività di spoliazione e reimpiego dei materiali antichi. Tuttavia, il teatro rimase conservato per molto tempo, sicuramente per tutto il periodo medievale, dove era conosciuto con il nome di Trullo, una corruzione di tuorlo d'uovo, termine con il quale venivano chiamati i monumenti centrali o curvi. L'itinerario lo nomina accanto al termine cypressus. Ignoto il suo significato o la sua identità. Alcuni studiosi avevano ipotizzato si trattasse di qualche albero secolare dei portici di Pompeo, nonostante questi fossero adornati da platani; altri ritennero fosse un edificio o un quartiere nato tra i resti del teatro, e chiamato così forse in relazione ad un errato riconoscimento del tipo di vegetazione che arricchiva i portici.